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Qual è il messaggio del logo a cui stava lavorando Milton Glaser prima di morire
«Non faccio praticamente nulla tranne il mio lavoro. Non ho nessun hobby», era una delle sue frasi celebri. Milton Glaser, uno dei più famosi graphic designer di sempre, è morto venerdì, nel giorno del suo novantunesimo compleanno. Famoso per la cover del Greatest Hits di Bob Dylan (1967) e il logo I ♥ NY (1977) – ma anche quello della DC Comics e i manifesti pubblicitari della Olivetti – Glaser ha lavorato fino alla fine. Tre giorni dopo la sua morte, sul New York Times, Jeremy Elias ha svelato un progetto su cui Glaser aveva segretamente lavorato durante la crisi Covid-19 e di cui avevano parlato insieme su FaceTime poco più di un mese fa.
Il progetto era un trattamento grafico della parola “Together”, “Insieme” che Glaser aveva immaginato di distribuire agli studenti delle scuole pubbliche di New York prima di condividerlo con il Paese. «Non esisteva un piano aziendale», ha poi spiegato il designer grafico e direttore dello studio di Glaser, Ignacio Serrano. «Si trattava semplicemente di connettere le persone. Lui userebbe questo esempio: “Se ti piace Mozart e mi piace Mozart, abbiamo già qualcosa in comune. Abbiamo un ponte”». Serrano ha rivelato che Glaser si era già sentito male durante le proteste di Black Lives Matter e che aveva detto di essere convinto avrebbe generato più idee in risposta alle difficoltà del mondo «se soltanto avesse avuto più tempo e fosse stato ancora in grado di andare in ufficio».
At the time of his death, Milton Glaser was working on a graphical treatment of the word “Together,” to evoke the idea that during the separation of the pandemic, “we have something in common.”https://t.co/KK5tnmhd2C
— The New York Times (@nytimes) June 29, 2020
La conversazione tra Glaser e il reporter del New York Times è avvenuta dopo che Elias ha inviato un’email allo studio di Glaser, chiedendo se il team pensava che «una qualche forma di espressione artistica – simile al suo logo I ♥ NY avesse il potenziale per rivitalizzare una “città malata”». Invece di ricevere una risposta dai rappresentanti del designer come si era aspettato, Elias ha ricevuto una chiamata FaceTime da Glaser in persona. Per la prima volta, il designer ha detto a qualcuno che stava lavorando a “Together”, un’abbreviazione della frase molto usata ” We’re all in this together”: «Puoi creare l’equivalente simbolico di quella frase semplicemente usando la parola ‘insieme’». Le lettere sono tutte diverse, ma tutte correlate, per indicare che hanno «qualcosa in comune». Quando gli è stato fatto notare che il logo non aveva un chiaro riferimento a New York, Glaser ha risposto: «Questo è, ovviamente, un problema mondiale, non un problema di New York». Ha poi espresso ancora una volta il suo stupore nei confronti del successo del suo logo “I ♥ NY”: «Dopo tutti questi anni, non capisco cosa renda un’idea abbastanza convincente. Il design inizia con il desiderio di cambiare una condizione esistente, ma … il cambiamento è qualcosa in cui speri, e il più delle volte non lo capisci».