Scelte dalla redazione di Rivista Studio tra le moltissime di questo soleggiato Fuorisalone.
Instagram non è solo un ottimo modo di perdere tempo o, peggio, di farsi venire un bel “brain rot” (parola dell’anno 2024 per l’Oxford Dictionary), ma può anche essere uno strumento utile per organizzarsi un po’ di ispirazioni per l’arredamento utilizzando la fondamentale funzione “Salva”, proprio come se si trattasse di una board di Pinterest. È sempre più difficile, lo sappiamo, trovare qualche piccola gemma di qualità nel mondo di Meta, ma siamo qui per questo. Ecco, come avrete intuito dal titolo dell’articolo, qualche account tra i cui post utilizzare abbondantemente la funzione di salvataggio, e provare a farsi venire idee per arredare la propria casa o il proprio ufficio o per fare bella figura durante il Salone del Mobile, dimostrando di sapere tutto quello che c’è da sapere di design contemporaneo.
Il titolo dice tutto: Documenting apartments for sale in hopes of finding one. Casa Futura in effetti posta foto di appartamenti in vendita a Milano e non solo, a volte firmati a volte no, utilizzando proprio le foto di agenzia. Il vero plus di questo account? Le descrizioni, degne di un libriccino (arriverà? Chissà: noi all’anonima persona dietro al profilo l’abbiamo già detto, che ci vorrebbe). Un esempio: «3rd floor. Duplex overlooking Parco Sempione in 1970s building by Giulio Minoletti. Feeling of waking up early to look at the frosted trees while coffee is rumbling in the moka, having an affair with a woman who comes to visit only on wednesdays, perfecting the art of spaghetti alle vongole to be enjoyed solo watching a Bond movie. On the market for 890.000€». Bonus track: nelle stories, spesso Casa Futura raccoglie fondamentali consigli per i migliori complementi d’arredo tipo tappetini da bagno, pomelli per credenze, oppure tour architettonici delle diverse città in giro per il mondo.
Il vintage va per la maggiore su Instagram, quando si tratta di cose di design, e uno degli account da non perdere è quello di Thierry Lamoine, un distributore e buyer francese specializzato in Pierre Jeanneret, Jean Prouvé, Charlotte Perriand, LeCorbusier e Mathieu Mategot. Anni Cinquanta e Sessanta al loro meglio, quindi molto metallo e legno, illuminazione e daybed in cui vorremmo tantissimo passare i pomeriggi, ma anche scrivanie su cui lavorare lavorare lavorare e librerie in cui organizzare tutti i nostri bei libri. Non ci si compra niente, ma ci si fa una bella cultura e si sogna un po’.
Un tuffo in quando il design dialogava con il futuro in un modo esplicito, dando vita a quella specie di retrofuturismo che ancora oggi è così affascinante. Qui sono raccolti oggetti elettronici: soprattutto sveglie e radiosveglie, ma anche calcolatrici, giradischi portatili, orologi da polso, cuffie, lampade. Alcuni sono entrati così tanto nel canone che li riconosciamo con un colpo d’occhio, altri hanno forme così curiose che sono scomparse dalla memoria collettiva ma incuriosiscono moltissimo. Tutto su sfondo bianco, ben ordinato: scaldate le dita per andare su eBay, o comprate direttamente dal sito di Future Forms.
Semplicemente quello che si intuisce leggendo il nome: i migliori interni nei migliori film, organizzati tematicamente e cromaticamente. Per esempio, c’è in comune il celeste tra Le Bonheur di Agnès Varda e Grand Budapest Hotel di Wes Anderson e Rabbits di David Lynch: grazie a @interiorandfilms lo vediamo chiaramente. Non solo foto, ma anche reel, e non solo vintage ma anche i titoli più recenti.
Tat è uno store online di oggetti di design di un certo tipo, un gusto molto novecentesco ed elegante, forme complesse e quasi nessuna concessione al minimalismo. È anche una newsletter, ma soprattutto è questo incredibile profilo Instagram di interni da ogni parte del mondo che sembrano usciti da un continuo spin-off di Call Me By Your Name di Luca Guadagnino. È curato da Charlie Porter, l’ex decoration stylist di House & Garden (non il giornalista di moda). L’unica controindicazione, scrollando il feed immersi in queste stanze da sogno, è dover tornare alla vita reale.
Daniele Mainetti è un architetto italiano che vive a Parigi, il suo sito si chiama Paradise Backyard e ci trovate alcuni suoi lavori, ma il suo Instagram è un archivio di ricerca: solo fotografie di vecchie pubblicazioni, ambienti di Masachi Kamurata, o Victor Horta, o Albert Frey. Nella caption, solo i nomi degli autori o delle autrici, nessuna parola in più. Rigoroso.
Per leggere concentrati, in quest’epoca di distrazioni continue, ci vuole un ambiente che ci rilassi e ci culli: non è un caso che si riesca a leggere così bene in riva al mare, con solo l’orizzonte aperto davanti agli occhi. L’account @whereiwouldliketoread posta foto di posti in cui sarebbe bello passare un paio d’ore a leggere. Non sono solo location amene, però: anche librerie con gli scaffali che esplodono di fumetti, oppure una stanza con un materasso che sembra comodissimo, oppure una semplice panchina.
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VNTG
Questo è uno dei negozi di vintage più grandi che ci siano: raccoglie oltre 500 dealer di arredamento del Novecento, ed è utile e pratico, nel senso che ci potete davvero trovare cose da comprare. A volte anche affari discreti. Siate pronti a farvi un viaggio in macchina o a pagare un prezzo di spedizione non indifferente, perché arriva (quasi) tutto dall’Olanda.
Sul sito di Beau Traps si possono comprare (prezzo su richiesta) alcuni oggetti di design davvero curiosi e originali, ma la parte più interessante della pratica fondata da Maxime Fisher è l’account di ricerca su Instagram, un vero e proprio gabinetto delle curiosità in cui troviamo arredi moderni e altri antichissimi, quadri e fette di torta, frame di film e vecchie pubblicità. Uno dei migliori moodboard, con un carattere tutto suo: onirico, per dirla in una parola.
La cucina è sempre uno degli ambienti più importanti nelle case, e con tutta l’ossessione per il cibo di questi anni, e nonostante si mangi sempre di più fuori, sono un arredo in cui è sempre giusto investire. Perché le cucine possono essere anche salotti, zone in cui si crea conversazione e si interagisce con gli ospiti. Soft Servings raccoglie soltanto architetture e design legati a questi ambienti, in tutte le salse. Bonus: ogni tanto anche dei post sugli utensili, per rinnovare il proprio parco posate, o comprare una rarissima teiera, o una schiumarola inaspettata.