Hype ↓

Negli Usa è uscito un memoir postumo di Michael K. Williams

26 Agosto 2022

Martedì 23 agosto negli Stati Uniti la casa editrice Crown ha pubblicato l’autobiografia postuma di Michael K. Williams, l’attore noto soprattutto per la sua interpretazione di Omar Little in The Wire, morto il 6 settembre del 2021 a causa di un’overdose provocata da un mix di fentanyl, cocaina ed eroina. Stando a quanto scrive Jon Sternfeld – giornalista e co-autore del memoir – nella prefazione, lui e Williams hanno lavorato a questo libro per due anni. «Abbiamo cominciato a scriverlo avendo in mente di fare una cosa e poi, col passare del tempo, ci siamo accorti che quel progetto iniziale era cambiato e che continuava a cambiare», racconta Sternfeld. Dopo la morte di Williams, lui ha deciso di portare a termine il lavoro usando il tantissimo materiale che aveva raccolto in mesi e mesi di interviste con l’attore.

In questi giorni Sternfeld ha concesso un’intervista a The Hollywood Reporter in cui ha rivelato quali e quante parti della vita di Williams racconta Scenes From My Life (questo il titolo scelto per il memoir). Il libro si divide fondamentalmente in due parti, stand a quando dice Sternfeld: una dedicata alla lunga e proficua carriera di Williams come modello e ballerino prima e come attore poi, l’altra dedicata al suo lavoro come attivista per i diritti civili. In particolare, l’impegno politico e sociale di Williams era dedicato alla promozione di una riforma del sistema penale statunitense. Un impegno che veniva dai trascorsi familiari dell’attore, il cui nipote, Dominc Dupont, fu condannato a venticinque anni di carcere quando aveva soltanto diciannove anni. Williams andò a trovare Dupont ogni volta che poteva per tutti gli anni della sua detenzione e per aiutare altre persone nella sua stessa condizione fondò l’associazione Raised In The System.

Scenes From My Life racconta anche l’origine della cicatrice che ha reso il volto di Williams uno dei più riconoscibili della storia recente di Hollywood. Nel 1991, quando aveva venticinque anni, passò una serata con gli amici in un locale di Brooklyn. Si ubriacarono e ballarono fino a tarda notte. Sul finire della serata, Williams uscì dal locale per prendere una boccata d’aria e vide un gruppo di sconosciuti discutere animatamente con un suo amico, che però gli disse di non preoccuparsi e di tornare all’interno. Arrivato il momento di separarsi e tornare a casa, Williams si ritrovò faccia a faccia con uno degli uomini che poco prima aveva visto discutere con il suo amico. Senza dirgli nulla, quest’uomo gli assestò un colpo in faccia. All’inizio Williams era convinto di essere stato preso a pugni, ma, quando si portò la mano alla fronte, sentì il sangue bagnargli le dita e colargli sul volto. Un suo amico lo accompagnò all’ospedale, dove Williams aspettò tutta la notte l’arrivo di un chirurgo plastico. Era certo, tuttavia, che la sua carriera di modello e attore sarebbe finita quella sera. E invece, come racconta lui stesso, «la cicatrice mi diede un’aria da duro, cosa che io non era affatto». Dopo aver superato i postumi dell’intervento chirurgico, David LaChappelle lo volle tra i soggetti di una sua serie fotografica e Tupac lo scelse per interpretare suo fratello minore in Bullet, che divenne il primo film di Williams, l’inizio della sua carriera hollywoodiana.

Leggi anche ↓
Presto potremmo vivere in un mondo senza tupperware perché Tupperware sta fallendo

Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Elly Schlein, una millennial che piace ai boomer

La bolla lib-dem le si è schierata contro, ma lei ha vinto lo stesso anche grazie all'inaspettato sostegno degli over 70.

Così parlò Elly Schlein

Idee politiche, passioni culturali e incontri importanti: cosa diceva la neo eletta segretaria del Pd in un'intervista a Rivista Studio del 2020.