Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Una scuola in Tennessee ha messo al bando il fumetto Maus
Maus di Art Spiegelman è stato uno dei primi fumetti a ricevere un riconoscimento “letterario”: nel 1992, molto prima che la definizione graphic novel entrasse a far parte della lingua quotidiana, divenne la prima e finora unica opera a fumetti a vincere il Premio Pulitzer. Si tratta di una storia di sopravvissuti, come recita il sottotitolo della versione originale, in lingua inglese, dell’opera: i topi e i gatti disegnati da Spiegelman raccontano la storia dei genitori dell’autore, sopravvissuti alla Shoah. Niente di tutto questo sembra però interessare o impressionare i membri della comunità di Mcminn, Tennessee, Stati Uniti, che hanno deciso, invece, che Maus sarà pure un capolavoro ma di certo non è un libro che loro vogliono vedere nelle biblioteche scolastiche locali.
Con un voto unanime, i membri del board scolastico di Mcminn hanno deciso, infatti, di impedire agli allievi della terza media di leggere Maus. Le ragioni sono l’uso, all’interno del fumetto, di imprecazioni come “God damn” e le nudità femminili disegnate da Spiegelman. Circolano delle registrazioni della suddetta riunione del board in cui il dirigente scolastico Lee Parkinson afferma che «in questo libro c’è del linguaggio molto duro e molto contestabile». Parkison ha detto di aver parlato con l’avvocato della scuola e di aver quindi deciso che «il miglior modo per risolvere il problema è eliminare dal libro in questione le otto imprecazioni e l’immagine della donna nuda, cioè le cose che hanno causato le lamentele che ci hanno portato a questa riunione». E, in effetti, i genitori presenti alla riunione sono sembrati piuttosto agguerriti: uno ha detto che Spiegelman in passato lavorava per Playboy, insinuando che già questo sarebbe sufficiente a rendere una sua opera inadatta alla lettura da parte di un minore. Un altro è arrivato a minacciare di ritirare da scuola il figlio se la decisione del board fosse stata quella di lasciare disponibile nella biblioteca materiale tanto scabroso. Dal canto suo, Spiegelman, in un’intervista a Cnbc, si è detto «stupefatto» dalla decisione. «Ho conosciuto tanti ragazzi che hanno imparato delle cose leggendo il mio libro. Ma capisco anche che il Tennessee sia pieno di deficienti».