Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Il Colorado ha una lunga storia di mass shooting
Poche ore fa, in Colorado, un uomo ha sparato decine di colpi con un fucile d’assalto Ar-15, uccidendo dieci avventori del King Soopers di Table Mesa Drive, un supermercato in una zona residenziale nell’area a sud della città. Come racconta il New York Times, il Colorado è da tempo, precisamente dal 1999, teatro di numerose sparatorie, quelle che vengono definite “mass shooting”, che sono divenute celebri a livello mondiale. Non solo quella della Columbine High School di Littleton, entrata nella cultura di massa con Bowling a Columbine di Michael Moore (2003), vincitore di un premio Oscar, e nello stesso anno con Elephant di Gus Van Sant, o quella di Aurora avvenuta nella Sala 9 del Multisala Century 16 Movie Theater: in tutto di massacri in Colorado, escluso quello di quest’anno, ce ne sono stati sei.
Il primo è proprio quello della Columbine: il 20 aprile del 1999 gli studenti Eric Harris e Dylan Klebold entrano armati nel loro liceo di Littleton e aprono il fuoco su numerosi compagni di scuola e insegnanti. Rimangono uccisi 12 ragazzi e un professore, 24 sono i feriti, tra cui tre ostaggi fuggiti all’esterno dell’edificio. I due autori della strage si suicideranno a loro volta. Segue il massacro del 20 luglio 2012, quando James Holmes, ventiquattrenne ex dottorando di neuroscienze, apre il fuoco durante la proiezione della prima del film Il cavaliere oscuro – Il ritorno, uccidendo 12 persone e ferendone gravemente 58. Nella memoria collettiva rimangono le foto dei fori dei proiettili nelle poltrone e nei bicchieri delle bibite, e del sangue sul pavimento della sala. Il 31 ottobre 2015, un uomo con un fucile semiautomatico spara e uccide tre persone, apparentemente a caso, in una strada residenziale vicino al centro di Colorado Springs, prima di venire ucciso dagli agenti di polizia.
Il 2015 è anche l’anno di quello che viene definito “un massacro antiabortista”, quando il killer, un bianco di estrema destra di nome Robert Lewis Dear, 57 anni, armato di kalashnikov ha fatto irruzione al Planned Parenthood, clinica specializzata in controlli per le nascite, sparando all’impazzata e prendendo in ostaggio diverse persone. Il 31 dicembre del 2017 un vice sceriffo viene ucciso a Denver, dove altri quattro agenti rimangono feriti a causa della segnalazione di una lite domestica in un complesso di appartamenti nella periferia sud: si tratta in realtà di un uomo armato, che all’arrivo degli agenti inizia ad aprire il fuoco. Infine, quello del 7 maggio 2019, un calco del massacro della Columbine: il mass shooting è avvenuto alla scuola privata Stem School di Highland Ranch, proprio a pochi chilometri dalla Columbine High School. I sospettati sono un minorenne di cui non sono mai state rese note le generalità e uno di appena 18 anni, Devon Erickson. Rimane ucciso uno studente di 18 anni, mentre altri 8 sono solo feriti.