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Sta finendo l’Out of Office, sta arrivando il Personal Time Off

06 Settembre 2024

Vi ricordate il quiet quitting e le Grandi dimissioni? Quel momento è diventato un ricordo, il mondo del lavoro è tornato pressoché identico a come era prima della pandemia, quattro anni dopo ci resta quasi solo la soddisfazione di aver imparato delle parole nuove con le quali esprimere le nostre frustrazioni lavorative. Per esempio: non è più corretto dirsi out of office, la dicitura giusta adesso è PTO, Personal Time Off (è sottinteso: quella p significa personal ma anche paid, pagato).

Può sembrare una questione di poco conto, un vezzo linguistico che niente sposta nella discussione sul lavoro. In parte è così, ma in parte è anche un segno che mostra quanto profondamente sia cambiato il nostro rapporto con il lavoro. Come scrive Kase Wickman su Vanity Fair, la differenza tra Out of Office e Personal Time Off è sostanziale: quando ci si dice Out of Office, per esempio, si tende a specificare il perché (malattia, permesso, matrimonio, ferie, etc.); l’uso del Personal Time Off, invece, non prevede spiegazioni: è il mio tempo, decido di spenderlo lontano dall’ufficio, le ragioni per le quali lo decido non ho bisogno, motivo né dovere di spiegarle. In più, la dicitura Personal Time Off riflette anche un cambiamento ormai abbastanza definitivo e diffuso nelle modalità di lavoro: molti vivono settimane lavorative ibride, in cui ci sono i giorni del lavoro in presenza e i giorni di smart working. Che senso ha, dunque, usare una dicitura come Out of Office in un periodo storico in cui non è detto che si lavori in ufficio e non è detto che l’assenza dal lavoro corrisponda quindi all’assenza dall’ufficio?

Ovviamente, il Personal Time Off è già diventato un contenuto social, un meme. Soprattutto tra la Gen Z, la più avvezza a prendersi PTO senza pensarci troppo. Per esempio, una tiktoker spiega che l’acronimo PTO non sta per Personal Time Off ma per Prepare the Others. Un altro spiega la maniera corretta di prendersi del PTO: segnare su qualsiasi strumento di calendarizzazione che si usa a lavoro che «semplicemente oggi non ho voglia di lavorare, ok?». Un altro ancora dimostra empiricamente i vantaggi del Personal Time Off rispetto all’Out of Office: non devi avere un motivo per prendertelo, se hai dei permessi o delle ferie da fare, falle.

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