Se tutto andrà secondo i piani, DolphinGemma ci aiuterà finalmente a capire cosa dicono e a comunicare con loro.
Lars von Trier dirigerà la terza e ultima stagione di The Kingdom – Il regno
Già all’epoca della sua realizzazione, nel ’94, The Kingdom – Il regno, miniserie per la televisione creata da Lars von Trier, era stata immaginata con tre stagioni. Eppure l’ultima, la terza, non è mai stata realizzata a causa della morte dei membri chiave del cast, Ernst-Hugo Järegård e Kirsten Rolffes, lasciando tantissimi passaggi non risolti, due lavapiatti promettevano di sposarsi, nell’ospedale saltava l’elettricità, aveva fine una seduta demoniaca, gli spettri sparivano. Per tutti questi motivi la Zentropa Entertainments ha dichiarato di essere al lavoro per produrre la terza stagione: sarà composta da 5 episodi e verrà girata nel 2021 e distribuita nel 2022 sullo streamer Viaplay. A dirigerla, sarà ancora Lars von Trier.
Un’operazione simile a quanto accaduto con David Lynch e Twin Peaks, non finita e poi ripresa a parecchi anni di distanza. Come spiega Variety, von Trier avrebbe già scritto la sceneggiatura, sempre insieme a Niels Vørsel, e dirigerà tutti e cinque gli episodi di una stagione che verrà rilasciata col titolo The Kingdom Exodus. I dettagli della trama sono ancora sconosciuti, ma si prevede che esplorerà tutte le storie dell’ospedale rimaste irrisolte. Dopo essere apparsa in tv nel ’94, la serie, ambientata in un ospedale di Copenaghen, è stata in seguito distribuita sotto forma di film dalla durata di quattro ore, da cui sono stati poi tratti un sequel e una serie televisiva statunitense. Le due stagioni originali sono state rifatte da Stephen King nel 2004 (Kingdom Hospital). Le prime due stagioni sono al momento visibili anche su Amazon Prime Video.
Sul nuovo progetto, solo il regista di Dogville, Dancer in the Dark e Melancholia ha fornito qualche “informazione”, alla sua maniera. Spiegando che il cast sarà un «mix di personaggi già presenti nelle due passate stagioni più alcuni mai visti», e continuando in modo ancora più enigmatico: «I confini si presentano in molte forme; possono essere linee tracciate con righelli su carta bianca. Possono essere linee illustrative, per non dire piuttosto fittizie e decisamente meschine; possono essere disegnate in rosso chiaro, praticamente invisibile, e forse anche tratteggiate, quasi come se indicassero addirittura vergogna. Tuttavia, anche se ad occhio nudo non le vediamo mai, le linee sono lì e insieme costituiscono quei “territori” che gli abitanti vogliono difendere. Entrare o uscire da ciò che delimitano spesso comporta violenza».