Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
La deregulation della produzione del vino in Francia

La Francia è una delle patrie del vino, ma una sua legge in vigore fino ad oggi ha ristretto la coltivazione di viti ad alcune aree del suo territorio nazionale: zone tradizionalmente legate alla cultura enologica come l’Aquitania, la Borgogna, lo Champagne sono le uniche dove i vini francesi possono essere prodotti in scala e rivenduti anche all’estero.
Come nota Quartz, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare l’area di Parigi non è fra quelle in cui è permessa la vinificazione; i celebri vigneti del quartiere parigino di Montmartre, infatti, sono poco più che installazioni turistiche (ogni anno il frutto della vendemmia è venduto in un’asta di beneficenza), e le altre vigne dislocate nella zona della metropoli sono destinate esclusivamente al consumo personale.

Una recente direttiva europea sul tema ha tuttavia cambiato le carte in tavola, rendendo possibile la coltivazione di uve più o meno su tutto il territorio nazionale francese. Jean-Christophe Bersan, produttore di vino della Borgogna raggiunto da Quartz, ha commentato la notizia in maniera ottimista, dicendo: «La diffusione dei vitigni francesi aumenterà, con un relativo impatto positivo sull’economia settoriale, e la scelta di vini a basso costo risulterà allargata».