Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
A Kiev stanno facendo delle maratone di tatuaggi a tema guerra
Mentre in Italia il dibattito sulla guerra in Ucraina raggiunge nuove vette di delirio, a Kiev gli ucraini hanno iniziato a esprimere lo spirito di resistenza anche attraverso la loro stessa pelle. Come ha raccontato il Guardian in un servizio di Emma Graham-Harrison corredato da fotografie di Alessio Mamo, sono sempre di più le persone che tornano a Kiev e chiedono ai tatuatori dei disegni a tema guerra: molotov, missili anticarro e perfino un particolare tipo di pane che è diventato simbolo di identità nazionale perché i russi faticano a pronunciarlo. È il “palianytsia”, un pane tradizionale che viene consumato in occasioni speciali: date le difficoltà di pronuncia dei russi, gli ucraini scherzano dicendo che il pane è una password nazionale non ufficiale per catturare potenziali spie russe. «Volevo fare un tatuaggio patriottico e volevo ricordare questo momento e le emozioni che ho provato, ma non volevo nulla di aggressivo» ha spiegato Fedor, manager informatico di 23 anni che si è tatuato la scritta “palianytsia” sul braccio.
Graham-Harrison riporta la testimonianza di Mariika, una tatuatrice che da poco si è tatuata una molotov sul braccio e un riccio ceco (un moderno cavallo di Frisia utilizzato anche durante la Seconda guerra mondiale) sulla gamba. Soggetti che non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a voler imprimere sulla pelle: rimasta a Kiev dopo l’inizio della guerra, la tatuatrice ha visto le terribili storie che sua nonna le raccontava quando era piccola diventare realtà. «Nascondersi nel seminterrato dalle bombe non è mai qualcosa che pensavo mi sarebbe successo», ha raccontato al Guardian, e i tatuaggi in qualche modo le hanno permesso di dare voce a un’esperienza che ha cambiato la sua vita.
Da alcune settimane Mariika fa parte di un gruppo di tatuatori che si sono riuniti in una discoteca nel quartiere che un tempo era il più vivace di Kiev per una maratona di tatuaggi. Chiunque può presentarsi per un tatuaggio, il prezzo è quello che ognuno può permettersi di dare alle forze armate ucraine. Tra i soggetti più richiesti sembra esserci lo stemma dell’Ucraina ma le fotografie di Alessio Mamo mostrano anche un uomo che lancia una molotov o un kalashnikov che si trasforma in un girasole. Va forte anche la famosa frase «Nave da guerra russa, vaffanculo», già protagonista di un bellissimo francobollo (qui raccontavamo la sua storia).
Chiunque lo desideri può presentarsi alla maratona per farsi fare un tatuaggio: l’offerta è libera e tutti i soldi finiscono nelle mani delle forze armate ucraine. «All’inizio della guerra era impossibile lavorare, non c’erano clienti e non era possibile spostarsi», racconta Alexander, tatuatore di 34 anni, «Ma poi le persone hanno iniziato a chiedere dei tatuaggi, quindi abbiamo organizzato questo evento. Ho raccolto i miei amici e ogni fine settimana partecipano sempre più artisti». I volontari hanno già raccolto più di 100.000 grivna (3000 euro) per l’esercito e hanno in programma di andare avanti finché c’è domanda e hanno gli aghi e l’inchiostro per soddisfarla. L’area tatuaggi non è l’unica presente all’interno della discoteca: le altre piste da ballo sono sono state riadattate a quartier generale temporaneo per altri giovani volontari che realizzano reti mimetiche e organizzano aiuti di vario tipo.