Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Keith Jarrett ha spiegato perché non potrà suonare mai più
Keith Jarrett, uno dei più grandi e influenti pianisti degli ultimi cinquant’anni ora suona solo nei suoi sogni. Lo ha detto al New York Times, in una lunga intervista in cui ha chiarito i motivi per cui si è ritirato improvvisamente dall’attività concertistica senza fornire spiegazioni. Quello che è stato probabilmente il suo ultimo concerto si è tenuto nel 2017 alla Carnegie Hall di New York, e poi gli annullamenti, nessuna notizia. L’etichetta discografica, la ECM, citava problemi di salute non specificati. Perché Jarrett nel frattempo (a febbraio 2018 e a maggio 2018) ha avuto due ictus che gli hanno paralizzato la metà sinistra del corpo, mano compresa.
«Il mio lato sinistro è ancora parzialmente paralizzato. Sono in grado di camminare, ma solo con un bastone, e ci è voluto molto tempo, un anno o più». Jarrett inizialmente non si era reso conto di quanto fosse stato grave il primo ictus, e quando è arrivato anche il secondo è stato ricoverato in una struttura di cura. Da allora, per il 2018 e il 2019, ha provato a suonare ma solo sporadicamente, «fingevo di essere Bach a suonare con una mano», ha detto. «Ma era solo giocare con qualcosa, non suonare sul serio». Con calma ha cercato di suonare alcuni brani familiari nel suo studio, anche quest’anno, e ha scoperto di non riuscire a ricordare come si facesse. «Non so quale potrebbe essere il mio futuro», ha aggiunto, «in questo momento non mi sento di certo un pianista. Non so se lo sarò di nuovo, considerando che il massimo che potrei riuscire a fare in futuro con la mia mano sinistra sarebbe tenere una tazza». Stando alla “leggenda”, aveva 3 anni quando sua zia gli indicò il rumore di un ruscello e gli chiese per scherzo di provare a trasformare quel gorgoglio in musica: fu la sua prima improvvisazione al pianoforte.
Jarrett ha 75 anni ed è stato uno dei più importanti pianisti jazz della seconda metà del secolo scorso, dai suoi esordi con la band di Miles Davis ai dischi con la sua band negli anni Settanta e con il trio formato con Jack DeJohnette e Gary Peacock (mancato il mese scorso). Gran parte della fama di Jarrett però è dovuta ai suoi concerti da solo, fatti di passaggi totalmente improvvisati, il più famoso dei quali è il Köln Concert del 1975, ancora oggi uno dei dischi più venduti della storia del jazz.
«Quando sento la musica di un pianoforte suonato a due mani è molto frustrante, in un senso quasi fisico. Se sento anche solo Schubert, o qualcosa suonato soffusamente, è troppo, sto male. Perché so che non potrò più farlo», ha aggiunto. Può suonare solo con la mano destra, e non gli basta. «Perciò mi sono ritrovato a suonare nei miei sogni».