Katy Perry è andata nello spazio assieme alla moglie di Jeff Bezos
Tutto per promuovere Blue Origin, l'azienda con la quale Bezos ha deciso di lanciarsi nel turismo aerospaziale.

Tra le cose che non c’era nessun motivo di far succedere e che sono successe solo perché al mondo esistono persone con talmente tanti soldi che a un certo punto devono iniziare a buttarli altrimenti non sanno proprio dove metterli, oggi Katy Perry è andata nello spazio. Il viaggio quasi astrale della pop star è stato gentilmente offerto da Blue Origin, cioè da Jeff Bezos: è una trovata pubblicitaria per promuovere il turismo spaziale, nuovo settore in cui i visionari della Silicon Valley come Bezos hanno deciso di lanciarsi perché evidentemente il turismo terrestre non ha già fatto abbastanza danni. D’altronde, perché distruggere un solo pianeta quando hai abbastanza risorse e tempo e volontà per rovinare potenzialmente l’universo intero.
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Il volo Blue Origin, razzo modello New Shepard, è partito senza ritardi dalla piattaforma di lancio di West Texas alle ore 9:30, costa est. Il viaggio di Katy Perry non è stato solitario, tranquilli, sarebbe stato troppo pericoloso esporre una famosissima e amatissima cantante a un simile rischio. Assieme a lei c’erano infatti altre cinque donne, quattro delle quali non sanno assolutamente niente di viaggi aerospaziali. Tra queste, la promessa sposa di Bezos, Lauren Sanchez, l’attivista e scienziata Amanda Nguyen, la produttrice cinematografica Kerianne Flynn e l’ingegnera e veterana Nasa Aisha Bowe. Non che nessuna di loro abbia dovuto fare nulla: il New Shepard vola con pilota automatico, Bezos ha capito che meglio di assumere esseri umani per poi licenziarli e sostituirli con macchine c’è solo il non assumerli sin dall’inizio.
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Il primo vero e proprio volo turistico di Blue Origin è durato in tutto otto minuti, tanto è bastato per raggiungere quello che l’azienda considera l’«internationally recognized boundary of space». Dopo questa scampagnata suborbitale, il razzo e il modulo si sono separati come la procedura prevede, il primo è finito in mare, il secondo è atterrato dolcemente, sostenuto da tre paracadute. Inizia così, dunque, l’era del turismo spaziale.