Il film di Edward Berger è più popolare adesso di quando è uscito nelle sale, almeno a giudicare da quanto se ne sta parlando sui social.
Justin Bieber ha iniziato a vendere erba
«Ho le mie pesche in Georgia, e prendo la mia erba dalla California», canta Justin Bieber in “Peaches”, il quinto singolo, nato dalla collaborazione con Daniel Caesar e Giveon, dal suo ultimo album Justice. Il brano, che ha raggiunto la vetta della Billboard Hot 100 da quando è stato pubblicato a marzo, racconta in realtà la nuova vita di Justin che, insieme a sua moglie, Hailey Bieber, si è trasferito in una grande casa a Los Angeles sulla spiaggia lontano dagli occhi della gente. Un luogo in cui meditare (come aveva già raccontato, al momento si starebbe occupando della propria salute mentale e fisica, considerando che è anche affetto dalla malattia di Lyme), e in cui iniziare a vendere cannabis legale: il cantante canadese ha infatti in programma di realizzare una propria linea di prodotti, dei joint già perfettamente rollati e pronti per essere fumati a ogni occasione. Si chiameranno “Peaches Pre-Rolls by Palms”, proprio in riferimento alla canzone.
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Come riporta Dazed&Confused, a convincere Bieber a prendere parte al progetto, oltre alla volontà di agire in concreto per demolire tutti i pregiudizi ancora associati alla cannabis e di far capire quanto si stia dimostrando utile nel suo percorso, è stata l’azienda californiana Palms. «Sono un fan della Palms e di quello che stanno facendo per rendere la cannabis accessibile. Volevo essere sicuro di fare qualcosa di genuino, e Peaches mi sembrava un buon punto di partenza», ha raccontato a Vogue Us. La collezione è composta da sette spinelli da 0,5 grammi con una miscela premium di fiori indoor (indica, sativa e terpene di agrumi) e ogni confezione viene venduta con un accendino con la parola “peaches”. I proventi, inoltre, non sono destinati ad arricchire Bieber, ma a organizzazioni no-profit come Veterans Walk and Talks, che sostiene l’uso medico della cannabis nelle comunità di veterani militari con disturbi mentali dovuti a stress post traumatico, e il Last Prisoner Project, dedicato alla riforma delle leggi in favore della depenalizzazione della cannabis.