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John Waters ha scritto un romanzo

04 Maggio 2022

John Waters ha scritto il suo primo romanzo: si chiama Liarmouth, è uscito oggi e, a leggere le recensioni già uscite sui giornali americani, è esattamente quello che viene in mente quando si immagina un romanzo scritto da John Waters. «È un nodo di eventi assurdi indifferenti alla logica di causa ed effetto», ha scritto nella sua recensione la giornalista del New York Times Molly Young. La sinossi: «Ci sono tre donne che viaggiano in direzione nordest, verso Provincetown, nella penisola di Cape Cod, dove intendono affrontarsi e uccidersi. Come raggiungeranno la loro destinazione? Aerei, treni, ambulanze, una Ford Explorer rubata, un furgone customizzato. Perché Provincetown? Non è importante». Young si preoccupa anche di avvisare il lettore che non avesse mai sentito parlare di Waters, visto i suoi film o letto i suoi saggi: da Liarmouth non c’è da aspettarsi «punteggiatura discreta, approfondimenti della psicologia dei personaggi o attenzioni storiche e sociali».

Chi sono le tre donne protagoniste dell’opera prima del romanziere John Waters, quelle che vogliono ammazzarsi a vicenda a Cape Cod? Adora Sprinkle, chirurgo plastico senza licenza all’esercizio della professione, famosa nell’Upper East Side di New York per le sue operazioni di lifting ai glutei, allungamenti delle zampe e impianti di finti testicoli sui cani. Marsha, la figlia di Adora, definita dalle cose che odia: sua madre, gli spioni, il patriottismo, i bambini, il cibo e le persone che sulle scale mobili se ne stanno ferme impalate invece di camminare. Cose che piacciono a Marsha: dire ai tizi che porta in giro quando fa l’autista Uber che dovrebbe essere lei a dare un voto a loro, dare indicazioni sbagliate alla gente che gliele chiede, e mentire. Poppy, la figlia di Marsha, che di mestiere gestisce un “parco di trampolini” a Baltimora. Le autorità il parco glielo avrebbero chiuso, in realtà, ma lei lo tiene aperto lo stesso perché ha scoperto che nulla cura le ferite dell’anima come ore e ore passate a saltare. Un giorno Marsha si presenta al parco di Poppy e comincia a derubare i presenti. Poppy si incazza e decide che per sua madre è arrivato il momento di morire. E poi, per qualche ragione, in mezzo a questa storia finisce anche sua nonna Adora.

«Come tutti i romanzi, questo è conseguenza della soggettività del suo autore. […] Tutti i personaggi pensano e parlano esattamente come lui (Waters, ndr)», scrive Young. Che poi si diletta in un breve ma esaustiva lista di quello che ha trovato in Liarmouth: «Cazzotti nelle parti basse, televisori che esplodono, geyser di sangue, deviati, stramboidi e libertini. Frasi che descrivono l’eccitazione sessuale di un uomo come “uno tsunami che travolge un piccolo villaggio giapponese” e il parto di una donna come “una saga di follie da travaglio”». Ma leggendo il romanzo, scrive Young, si può immaginare Waters mentre lo scrive: «Come tutti gli strani autentici, lui dà l’impressione di considerarsi perfettamente normale. Leggere un libro come questo è camminare in un labirinto di anarchia che è davvero comprensibile solo per il suo creatore».

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