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Gli italiani sono troppo severi sulla lingua?

24 Marzo 2016

lahiri_guandaIn altre parole, il primo libro della scrittrice americana premio Pulitzer Jhumpa Lahiri scritto direttamente in italiano, e dedicato proprio al suo rapporto con l’Italia e la lingua italiana, ora è uscito anche in inglese e sulla Los Angeles Review of Books è diventata anche un’occasione per riflettere sul rapporto degli italiani con la loro lingua.

In Italia era stato pubblicato da Guanda nel 2015 e lo stesso anno aveva vinto il Premio Internazionale “Viareggio-Versilia”. Negli Usa invece è uscito a febbraio per Knopf col titolo In Other Words. Più recentemente, il 21 marzo, sul sito della LA Review of Books è uscita una recensione di Michael F. Moore, un traduttore dall’italiano all’inglese. Nel pezzo intitolato, “Voluntary Exile”, Michael F. Moore oltre a discutere del libro di Lahiri aggiunge alcune considerazioni personali sul suo rapporto con l’italiano, nonché con gli italiani, descritti come particolarmente severi sul rispetto della loro lingua.

«Gli italiani possono essere intransigenti, sia con i madrelingua sia con i non madrelingua, quando si tratta di italiano scritto e parlato», scriveMoore, che tra le altre cose ha tradotto I sommersi e i salvati di Primo Levi. «Dopo avere avuto a che fare con questa lingua per oltre quarant’anni e avere continuato a imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, mi mette ancora a disagio scrivere un’email in italiano, nel caso qualcuno, da qualche parte, si mettesse a sghignazzare su un mio possibile errore».

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