Hype ↓

Jeremy Strong ha quasi fatto la controfigura di Capitan America quando Cap era ancora uno sfigato

08 Novembre 2022

Nella prima parte della storia di Capitan America, raccontata nel film Il Primo Vendicatore (2011), Steve Rogers (interpretato da Chris Evans) era un ragazzo piccolo e gracile, inadatto a servire nell’esercito degli Stati Uniti. Proprio per questo il futuro Avenger decide a un certo punto di fare da cavia per un esperimento che lo avrebbe trasformato nel Super Soldato previa l’assunzione dell’omonimo siero. Per girare le scene che precedono la trasformazione da Steve Rogers a Capitan America, il regista Joe Johnston decise di “attaccare” digitalmente la testa di Evans sul corpo di una assai meno prestante controfigura. Si è scoperto, come riporta Variety, che quella controfigura sarebbe dovuta essere Jeremy Strong, l’attore diventato famoso nella parte di Kendall Roy di Succession. L’attore stesso ha rivelato al Times Uk: «Il film di Capitan America era ancora un segreto, ma mi avevano detto che serviva qualcuno che interpretasse solo il giovane corpo di Capitan America, prima che si trasformasse in un supereroe. C’era bisogno solo di una controfigura, poi avrebbero usato la Cgi per metterci sopra il volto e la voce del protagonista».

È successo tutto tempo prima che Strong trovasse i primi successi in film importanti come Zero Dark Thirty (2012) o The Big Short (2015), anni in cui l’attore ha rivelato di essersi trovato spesso «al verde» e di «aver bisogno di soldi». Quindi ha preso davvero in considerazione la possibilità di interpretare il corpo di Steve Rogers, ma poi ha deciso di rifiutare perché non si è sentito davvero «apprezzato» quando gli è stata offerta la parte. A quei tempi, si trovava ancora a Los Angeles e proprio dopo il provino per Captain America (insieme a quello per Cowboys & Aliens a cui Strong si presentò vestito da cowboy, a differenza di tutti gli altri partecipanti che invece indossavano una semplice maglietta e «sembravano dei modelli»), decise di abbandonare la città e andare a New York per proseguire lì la sua carriera. Chris Evans, che poi è diventato Capitan America ed è cresciuto con Jeremy Strong a Sudbury, non ne sapeva niente. Anzi, il Times Uk ha deciso di chiamarlo e riferirglielo e la risposta di Evans è stata «Questa è la dimostrazione che il mondo del cinema è davvero imprevedibile».

Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti