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È morta la tata della figlia di Kurt Cobain, che era anche la sua tour manager

13 Gennaio 2025

È facile farci caso, andando a curiosare tra i vecchi album di foto conservati in siti come livenirvana.com: il copyright di alcune tra le fotografie più intime e tenere di Kurt Cobain, Courtney Love e della piccola Frances Bean è di Jackie Farry. Negli anni Novanta, infatti, la ragazza, allora ventenne, diventò la prima tata della figlia delle due star, mostrando tra l’altro di possedere una certa abilità nello scattare alla neo-famiglia fotografie adorabili (tra le nostre preferite, queste del Natale 1992, al Four Seasons Hotel di Seattle, con la povera Frances Bean, praticamente neonata, per nulla entusiasta di essere stata travestita da Babbo Natale).

Morta ieri, 12 gennaio, a 58 anni, 20 anni dopo la prima diagnosi di cancro, Jackie Farry era considerata una veterana del settore musicale: oltre ad aver lavorato per anni a stretto contatto con i Nirvana, è stata tour manager per Elliott Smith, Jon Spencer Blues Explosion, Lemonheads, Stereolab e altri. Nata e cresciuta nella controversa comunità di Syanon, la sua carriera iniziò alla Homestead Records, dove lavorava come receptionist. Passò poi alla promozione radiofonica per Atlantic e Epic, diventando rapidamente, anche grazie al suo carisma, amica di molte delle band dell’epoca, una presenza fissa e influente nella scena musicale di New York.

Dopo aver lavorato con i Nirvana fino alla morte di Cobain nel 1994, diventò anche la conduttrice di uno show di breve durata di Mtv chiamato Super Rock che avrebbe dovuto sostituire lo show metal Headbangers’ Ball. Dopo la diagnosi di cancro, nel 2003, diverse band amiche, tra cui The Breeders e Guided by Voices, organizzarono concerti benefici per aiutarla chiamati “Fuck Cancer”, mentre lei stessa creò una linea di merchandising (cappellini e beanie) con la scritta Fuck Cancer, per aiutare le persone ammalate a reagire con un insulto. Come si legge su Hollywood Reporter, da anni si preparava alla morte grazie all’aiuto di una figura chiamata “death doula”.

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