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La Colombia sta spendendo un sacco di soldi per liberarsi degli ippopotami di Pablo Escobar
Tra i problemi che Pablo Escobar ha lasciato in eredità alla Colombia ce n’è uno piuttosto peculiare: 130 ippopotami che ora le autorità colombiane devono trovare il modo di spostare dal loro attuale territorio – un’area paludosa attorno al fiume Magdalena, nella regione di Antioquia – a uno nuovo, dove provochino meno problemi e facciano meno danni. Il governo colombiano ha annunciato che metà degli ippopotami saranno trasferiti altrove già nei prossimi mesi: dei circa centotrenta che attualmente vivono vicino al fiume Magdalena, dieci andranno all’Ostok Sanctuary, un rifugio nel nord del Messico, e sessanta saranno invece trasferiti in una riserva in India di cui ancora non è stato rivelato né il nome né l’ubicazione precisa. Costo totale dell’opera di ricollocamento: tre milioni e mezzo di dollari.
E dire che tutto è cominciato con “solo” quattro ippopotami acquistati da Escobar alla fine degli anni Ottanta. Dopo la sua morte, nel 1993, gli animali sono stati liberati e abbandonati nella regione di Antioquia, dove hanno cominciato a riprodursi senza che le autorità locali riuscissero ad attuare nessuno dei piani pensati per contenerne i numeri. In trent’anni il problema si è fatto sempre più grosso e urgente: oggi, al di fuori dell’Africa, la Colombia è il Paese al mondo con il maggior numero di ippopotami. Questa velocissima crescita è dovuta alla mancanza di predatori naturali degli ippopotami nella zona del fiume Magdalena: secondo recenti stime, senza un qualche tipo d’intervento nel 2034 gli ippopotami colombiani potrebbero essere più di 1400. Se dovesse succedere, sarebbe una sorta di apocalisse per l’ecosistema di Antioquia, uno dei luoghi con la maggiore biodiversità del mondo: gli ippopotami, infatti, mangiano 40 chili di erba al giorno e le loro feci stanno “avvelenando” le acque del fiume Magdalena e provocando la morte di migliaia di pesci. Senza considerare che gli ippopotami stanno diventato un problema serio anche per gli abitanti della zona, che sempre più spesso raccontano di essere stati aggrediti dagli animali.
Il governatore della regione di Antiochia ha spiegato che il piano di ricollocamento degli animali prevede che questi siano attirati in dei recinti usando delle esce, recinti dove rimarranno fino a quando non sarà arrivato il momento di trasferirli. Per i viaggi verso il Messico e verso l’India saranno impiegate delle casse da imballaggio appositamente progettate. Il governo colombiano ha scelto il ricollocamento degli ippopotami perché considerato un «piano salva vita» e anche per rimediare a uno scandalo scoppiato nel 2009, quando la diffusione delle immagini di un tentativo di abbattimento selettivo aveva provocato l’indignazione dell’opinione pubblica nazionale. Secondo quando riporta il Guardian, in passato si è provato ad attuare anche un piano di sterilizzazione, ma gli ippopotami si riproducono a una velocità superiore a quella alla quale gli uomini riescono a trovarli, catturarli e castrarli.