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Le zone più buie del mondo sono anche le più povere

05 Agosto 2016

Una fotografia satellitare può anche rivelarsi un database di informazioni. Alcuni ricercatori dell’Università di Oxford hanno analizzato foto aeree per definire le zone di maggiore povertà su scala globale. Il procedimento utilizzato è insolito: analizzando le aree meno illuminate del pianeta, gli autori dello studio hanno agito associando l’oscurità all’arretratezza economica. La quantità di luce emessa da una determinata regione, infatti, può indicare il suo livello di sviluppo.

«Analizzare la ricchezza attraverso la luce è come cercare le chiavi perdute sotto un lampione: è meglio non concentrarsi solamente sull’area illuminata», ha riferito uno dei ricercatori a City Lab dell’Atlantic. Per questo gli studiosi hanno combinato ed esaminato due data set differenti: il primo documentava la luce emessa su base planetaria tra il 1992 e il 2013, e il secondo la distribuzione della popolazione globale tra il 2000 e il 2013. Il rapporto risultante ha confermato che le persone che risiedono nelle zone non illuminate del globo sono anche quelle più povere.

Per analizzare a livello empirico la distribuzione della ricchezza questo metodo, chiaramente, non è il più rigoroso: può essere che al buio di una determinata zona corrispondano prosperità economica e ricchezza, o viceversa che una regione artificialmente illuminata sia anche piuttosto priva di opportunità. Resta il fatto che per determinate zone l’equivalenza si è rivelata estremamente precisa: in Paesi come la Repubblica Democratica del Congo, la Tanzania o la Colombia, tra gli altri, il livello di accuratezza complessiva dei risultati ha superato l’80 per cento.

Le seguenti cartografie mostrano le aree illuminate (in giallo) e buie (in rosso) di alcuni Paesi africani.

Bolivia (grado di accuratezza pari all’84 per cento)

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Repubblica Democratica del Congo (grado di accuratezza pari al 90 per cento)

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Ruanda (grado di accuratezza pari al 77 per cento)

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Sierra Leone (grado di accuratezza pari all’84 per cento)

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