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Il sindaco di Cupertino si sente sfruttato da Apple

09 Maggio 2016

Visto l’indotto delle sue attività in Silicon Valley, ci si aspetterebbe che Apple abbia un rapporto privilegiato con Cupertino, la città dove ha sede il suo quartier generale, e i suoi governanti. Invece, come riportato dal Guardian, il sindaco del centro urbano Barry Chang e i manager di Apple si parlano a malapena; in realtà, quando Chang faceva parte del consiglio comunale cittadino, anni fa, è stato addirittura cacciato dal campus dell’azienda con un brusco «non può entrare: non è stato invitato». Il primo cittadino ha detto al quotidiano londinese: «Fanno profitti e dovrebbero condividere le responsabilità verso la nostra città, ma non lo fanno. Ci sfruttano».

Chang motiva la presunta ostilità di Apple con la sua posizione riguardo agli obblighi fiscali della società che fu di Steve Jobs: un provvedimento da lui sponsorizzato in prima persona per ottenere 100 milioni di dollari in rimborsi fiscali è stato recentemente bocciato dal consiglio comunale. Dal 1997, anno in cui era in crisi, Apple gode di sgravi fiscali da parte di Cupertino sulle vendite business-to-business e, per avere un’idea di quanto corrisposto dall’azienda alla città, basta pensare che Apple ha pagato oltre 9 milioni di dollari di tasse tra il 2012 e il 2013, e nell’anno fiscale 2012 ha fatto segnare ricavi per più di 156 miliardi di dollari.

I rapporti tra il gigante del tech e la Silicon Valley sono sotto i riflettori da tempo: annunciando il progetto da 5 miliardi di dollari per il nuovo campus della società (che verrà terminato quest’anno), nel 2011 rispose a un politico locale che chiedeva quali benefici avrebbe apportato la comunità la mastodontica nuova sede, riferendosi al wi-fi gratuito installato a Mountain View da Google: «Sono un sempliciotto. Ho sempre avuto questa idea per cui noi paghiamo le tasse, ed è la città a dover fare quelle altre cose».

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