Si chiama tetra messicano (Astyanax mexicanus) e ci ha messo 20 mila anni per raggiungere questo notevole risultato.
C’è un motivo se nel Villaggio Olimpico non si può usare Grindr
All’inizio di questa settimana, diversi utenti hanno pubblicato sui loro social degli screenshot di Grindr in cui si vedeva che la funzione “explore” della app era disabilitata dentro e attorno al Villaggio Olimpico: in sostanza, in quella zona per un utente è impossibile cercare, trovare e vedere i profili di altri utenti. Di fronte alle domande – e ovviamente alle accuse, alle dietrologie – mercoledì Grindr ha diffuso un comunicato stampa in cui confermava che sì, le geolocalizzazione dell’app era stata disattivata dentro il Villaggio Olimpico e anche attorno. Le ragioni, ovviamente, non sono quelle che gli indignati avevano ipotizzato: Grindr non vuole certo contribuire all’astinenza sessuale che alcuni si aspettano dagli atleti e dalle atlete per tutto il periodo olimpico, il motivo per il quale sono state introdotte queste “enhanced privacy protections” (così le ha definite Grindr) è proteggere la privacy.
Non è la prima volta che Grindr prende questa iniziativa che, in realtà, è una precauzione. La stessa identica cosa era successa anche durante i Giochi Olimpici invernali di Pechino del 2022, per esempio. «Se non ci si è dichiarati omosessuali o se si proviene da un Paese nel quale essere Lgbtq+ è pericoloso o illegale, usare Grindr può essere pericoloso ed espone al rischio di subire outing da parte di persone malintenzionate che usano l’app unicamente a questo scopo», questa la spiegazione fornita da Grindr, che ha anche ricordato che ci sono 67 Paesi al mondo in cui l’omosessualità è perseguita e punita come reato: di questi 67 Paesi, diversi partecipano alle Olimpiadi. Per questo Grindr ha deciso non solo di disattivare la geolocalizzazione nel Villaggio Olimpico, ma anche di fornire agli utenti che lì si trovano la possibilità di inviare disappearing message e di annullare l’invio dei messaggi anche se non hanno sottoscritto piani di abbonamento premium, oltre che di disabilitare i video privati e di attivare la funzione che impedisce che venga scattato uno screenshot del loro profilo.
Tutte queste accortezze vengono da un episodio risalente alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016: un giornalista di Daily Beast – che nel pezzo precisava di essere eterosessuale e di non aver mai usato Grindr prima – usò l’app per conoscere e incontrare degli atleti nel Villaggio Olimpico, atleti che non avevano mai dichiarato la loro omosessualità e dei quali, nell’articolo di Daily Beast, venivano fornite informazioni che li rendevano facilmente identificabili. Ovviamente, alla pubblicazione dell’articolo seguì un’enorme shitstorm, che costrinse Daily Beast prima a modificare l’articolo in modo da rimuovere tutte le informazioni “sensibili” degli atleti e poi a rimuoverlo del tutto dal sito, pubblicando anche delle scuse.