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In Grecia un governo conservatore ha approvato il matrimonio egualitario
Giovedì 15 febbraio il Parlamento greco ha approvato la legge che legalizza i matrimoni tra persone dello stesso sesso: è il sedicesimo Paese dell’Unione europea a farlo, la prima nazione a maggioranza ortodossa ad approvare un provvedimento di questo tipo. La Grecia aveva già introdotto le unioni civili per le coppie dello stesso sesso nel 2015, la nuova legge completa il percorso legislativo riconoscendo a queste coppie tutti i diritti-doveri genitoriali, compreso quello all’adozione. Dopo la sua nettissima vittoria alle ultime elezioni politiche, l’attuale Primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis aveva garantito che la legge sarebbe stata approvata entro la fine di questa legislatura: al Parlamento e all’opinione pubblica aveva spiegato che il matrimonio egualitario esiste già in più di 30 Paesi (36, per la precisione, una lista nella quale si fa sempre più notare l’assenza dell’Italia) nel mondo e che in Grecia non ci sarebbero più stati «cittadini di seconda classe, figli di un Dio minore».
La legge è stata approvata dai deputati greci con 176 voti a favore e 76 contrari, epilogo di un accesissimo dibattito parlamentare protrattosi quasi ininterrottamente per due giorni interi. A favore della legge si sono schierati e dichiarati anche i partiti di centro-sinistra e sinistra attualmente all’opposizione del governo liberalconservatore guidato da Mitsotakis. Oltre che dai partiti dell’estrema destra e da quelli politicamente più influenzati dalla Chiesa Ortodossa, l’introduzione della legge è stata osteggiata anche da diversi parlamentari di Néa Dimokratía, il partito di maggioranza, che esprime governo e Primo ministro. Mitsotakis, nel corso del dibattito parlamentare, ha ribadito più volte di non trovare nessuna contraddizione tra la sua appartenenza alla tradizione politica del conservatorismo e il suo convinto appoggio a questa legge. Secondo il premier, non c’è nessun motivo che giustifichi l’opposizione a una legge che garantisce diritti a dei cittadini fin qui discriminati, senza togliere niente a nessuno, senza arrecare alcun danno ad altri cittadini.
A conferma del fatto che gran parte del dibattito sia stato interno a Néa Dimokratía, ci sono state le parole dell’ex presidente Antōnīs Samaras, secondo il quale il matrimonio egualitario non è un diritto e la sua introduzione stabilisce un «pericoloso» precedente. Nonostante queste divisioni e litigi nella maggioranza, il provvedimento è passato grazie soprattuto al contributo di Syriza, guidata da Stefanos Kasselakis, il primo leader politico dichiaratamente gay della storia greca.