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Il governo svedese ha pubblicato un opuscolo con dei consigli su come sopravvivere alla guerra mondiale
«Viviamo in tempi incerti. Attualmente, nel nostro angolo di mondo, sono in corso conflitti armati. Terrorismo, attacchi informatici e campagne di disinformazione vengono utilizzati per indebolirci e influenzarci. Per resistere a queste minacce, dobbiamo restare uniti. Se la Svezia viene attaccata, tutti devono fare la loro parte per difendere l’indipendenza della Svezia e la nostra democrazia. Costruiamo la resilienza ogni giorno, insieme ai nostri cari, colleghi, amici e vicini. In questa brochure, imparerai come prepararti e agire in caso di crisi o guerra. Fai parte della preparazione generale alle emergenze della Svezia». È l’inizio del nuovo opuscolo distribuito per posta dalla Swedish Civil Contingencies Agency, “In caso di guerra o crisi” che si può scaricare anche online, in inglese, sia in formato testo che in formato audio, qui. L’opuscolo di 30 pagine copre argomenti tra cui i vari modi per fermare un’emorragia, la differenza tra le varie sirene di emergenza, una lista di cose da tenere in casa e di rifugi in cui cercare riparo. Una specie di Mini-Manual fot the Urban Defender, il libretto scritto per aiutare gli ucraini a difendere le loro città dall’invasione russa: ne avevamo parlato con l’autore John Spencer, ex militare e studioso di conflitti urbani, nel numero 51 di Rivista Studio, L’età della rabbia.

Come nota il giornalista svedese Martin Gelin sul Guardian, la notizia della pubblicazione e distribuzione dell’opuscolo ha lasciato di stucco molti vicini europei, che considerano la Svezia un Paese di neutralità e pace. In realtà il governo svedese si è sempre impegnato a preparare la sua popolazione alla guerra, sia tramite opuscoli e film educativi che costruendo rifugi nucleari molto “accoglienti” e sofisticati, come il famoso bunker di Stoccolma che comprendeva classi per gli studenti, un teatro e un’enorme palestra (c’è anche un film del 1958 che ne parla, Vi går under jorden). Un opuscolo simile a quello appena pubblicato era infatti già stato distribuito in Svezia a partire dalla Seconda Guerra Mondiale e fino alla caduta dell’Unione Sovietica, per poi tornare nel 2018, dopo quasi trent’anni d’assenza, in una versione molto più snella di quella attuale. «Allora», ricorda Gelin, «l’opuscolo era stato ampiamente criticato come un messaggio allarmista che spaventava i bambini, ma sei anni dopo sembra piuttosto lungimirante. Una pandemia globale ha ucciso milioni di persone, la frequenza di gravi disastri naturali causati dalla crisi climatica è aumentata drasticamente e non si vede la fine della brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia. All’inizio di novembre, gli Stati Uniti hanno eletto un Presidente amico di Putin, con un imbarazzante tempismo rispetto all’ingresso della Svezia nella Nato».