Cose che succedono | Cronaca

C’è una petizione per assegnare il Nobel per la Pace 2025 a Gisèle Pelicot

TOPSHOT - This photograph shows a mural created by Maca_dessine depicting Gisele Pelicot and a sentence reading "So that shame changes sides" in Gentilly, south of Paris on September 21, 2024 as her former partner Dominique Pelicot is accused of drugging her for nearly ten years and inviting strangers to rape her at their home in Mazan. A court in the southern town of Avignon is trying Dominique Pelicot, a 71-year-old retiree, for repeatedly raping and enlisting dozens of strangers to rape his heavily sedated wife in her own bed over a decade. Fifty other men, aged between 26 and 74, are also on trial for alleged involvement, in a case that has horrified France. The court proceedings, which runs until December, are open to the public at the request of Dominique Pelicot's ex-wife and victim. (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT / AFP) / RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY MENTION OF THE ARTIST UPON PUBLICATION - TO ILLUSTRATE THE EVENT AS SPECIFIED IN THE CAPTION (Photo by GEOFFROY VAN DER HASSELT/AFP via Getty Images)

«Nessuno merita il Premio Nobel per la Pace più di Gisèle Pelicot», si legge nelle ultime righe di una petizione su Change.org che ha raccolto quasi 90 mila firme in nemmeno una settimana. Pubblicata mercoledì 8 gennaio dalla giornalista britannica Catherine Mayer, la petizione è diventata virale e sta raccogliendo firmatari da tutto il mondo. È un’altra conferma, questa, di quanto abbiamo scritto più volte raccontando il processo Pelicot: la definizione “fatto di cronaca” non è mai stata sufficiente né esatta, la storia di Gisèle Pelicot ha avuto sin dall’inizio una immensa portata simbolica e morale.

Nel testo della petizione viene riportata una parte del discorso che Pelicot ha fatto nel giorno in cui il Tribunale di Avignone ha condannato i 51 uomini che l’hanno violentata per anni. «Voglio che sappiate che combattiamo la stessa battaglia. Quando ho aperto le porte di questo processo, volevo che l’intera società assistesse ai dibattiti che si svolgevano qui. Ora sono fiduciosa nella nostra capacità di costruire un futuro migliore in cui tutti, donne e uomini, possano vivere in armonia, nel rispetto e nella comprensione reciproca».

Queste parole, il coraggio con il quale Pelicot ha affrontato il processo, la forza che ha dimostrato raccontando pubblicamente le violenze subite fanno di lei, secondo Mayer e secondo altre 90 mila persone, la persona più meritevole del Nobel per la Pace. Se volete firmare anche voi la petizione, la trovate qui.

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