Ford ha brevettato un’auto che ti chiude fuori e ti abbandona se non paghi la rata
L’ultima frontiera del recupero crediti passa per un brevetto registrato il mese scorso da Ford negli Stati Uniti. Nome del brevetto: “Sistemi e metodi per rientrare in possesso di un veicolo”. Tradotto: l’azienda starebbe sviluppando nuove funzioni di cui dotare le automobili in futuro, funzioni che faciliterebbero la vita di, per esempio, una banca che vuole pignorare l’auto di un suo cliente in ritardo con il pagamento della rata del prestito che ha sottoscritto per acquistare suddetta auto. Nel brevetto sono elencate alcune di queste nuove, future, possibili funzioni: il cliente moroso potrebbe ritrovarsi incapace di accendere l’autoradio oppure l’aria condizionata. Nei casi di morosità grave, prolungata e/o reiterata, si potrebbe arrivare anche a misure estreme: le portiere della macchina si chiudono e non si riaprono più fino a quando il proprietario non ha sistemato la sua posizione creditizia. Le auto più tecnologicamente avanzate, quelle capaci di guida autonoma, potrebbero addirittura chiudere fuori il proprietario e abbandonarlo, tornandosene da sole al concessionario.
Stando a quanto scritto nel brevetto, però, i cattivi pagatori non hanno motivo di preoccuparsi: potranno continuare ad andare a lavoro guidando la loro macchina. I sistemi e i metodi di cui sopra permetterebbero di usare la macchina nei giorni feriali e in orario lavorativo. Nella migliore delle ipotesi, poi, attraverso un raffinato sistema di videocamere, telerilevamento e sensori ultrasonici, la macchina potrebbe addirittura essere capace di “attivarsi” nel caso in cui il proprietario percorra il tragitto che lo porta verso il luogo di lavoro e “disattivarsi” in caso di deviazioni verso luoghi di ricreazione. Con l’umanità che contraddistingue le multinazionali, Ford si è preoccupata anche di inserire un’eccezione nel caso in cui ci sia bisogno di raggiungere un ospedale (anche perché se il cattivo pagatore morisse il suo debito diventerebbe irrecuperabile).
Contattata da Ars Technica, l’azienda ha fatto sapere che non ha nessuna intenzione di sviluppare davvero nessuna di queste nuove funzioni. Ma allora perché avete registrato il brevetto, ha chiesto il giornalista Jonathan M. Gitlin. «Registriamo un sacco di brevetti, ma questo non vuol dire per forza che quei brevetti diventeranno nuovi prodotti», la convincentissima risposta.