Cose che succedono | Cronaca

Filippo Bernardini è libero dopo aver pagato 300mila dollari di cauzione e si dichiara non colpevole

È appena cominciata una vicenda giudiziaria che senza dubbio sarà presto oggetto di adattamenti di ogni forma e tipo: film, serie tv, podcast, quella di Filippo Bernardini resterà una delle storie più incredibili degli ultimi anni a prescindere dal mezzo e dal formato nel quale si deciderà di adattarla. Per il momento, siamo al terzo capitolo delle peripezie di Mr. Bernardini: dopo gli anni passati a ingannare editori e autori di mezzo mondo è arrivato l’arresto da parte degli agenti FBI nel mezzo dell’aeroporto JFK di New York, un momento descrivibile solo con le parole che si usano per la finzione e per lo spettacolo (cinematografico? Thrilleristico?). Ora la storia si trasforma inevitabilmente in un legal drama in cui, forse, alla fine avremo una risposta alla domanda che tutti ci stiamo facendo da quando abbiamo scoperto il talento di Mr. Bernardini: ma perché lo ha fatto?

Per il momento, però, Filippo Bernardini dice di non averlo fatto: non è lui lo “Spine Collector” di cui parlava quel lunghissimo pezzo su Vulture. Il giudice competente, Robert Lehrburger, secondo quanto riporta la Bbc, ha rifiutato la richiesta di custodia cautelare avanzata dall’accusa, decidendo per una cauzione di 300mila dollari. Bernardini avrebbe pagato la cifra, consegnando alle autorità il suo passaporto, una misura inevitabile dato «l’altissimo rischio di fuga» affermato dall’assistant US attorney (l’accusa) Daniel Nessim. Ed è per questo che Bernardini sarà sottoposto anche a controllo costante tramite braccialetto elettronico. Stando alle parole dell’avvocato di Bernardini, Hannah McCrea, il giovane ha «intenzione di prendere questa storia molto sul serio» (non si capisce quale alternativa avrebbe Bernardini al prendere molto sul serio un’indagine e un processo che potrebbero rinchiuderlo per anni in una prigione federale americana, ndr), e aspetterà il risultato dell’indagine ospite di una sua amica, residente nel West Village di Manhattan. Certo, stando a quando ha affermato Nessim, forse Bernardini ci ha messo un po’ a capire la gravità della situazione: pare che al momento dell’arresto in aeroporto abbia detto agli agenti «Non sono un cittadino americano, come posso essere indagato negli Stati Uniti?». D’altronde, la sua area di competenza professionale erano i diritti editoriali, non certo la giustizia penale.

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