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C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

L’Ucraina si è arrabbiata con Netflix per colpa di Emily in Paris

03 Gennaio 2022

Emily in Paris è una serie che il pubblico ama odiare: Spencer Kornhaber dell’Atlantic l’ha definita «l’ultimo guilty pleasure», uno di quegli show che si guardano con un misto di disprezzo e affetto, di amore e di odio, consapevoli di star guardando una cosa brutta ma allo stesso tempo incapaci di distogliere lo sguardo da quella stessa bruttezza. “Emily in Paris fa schifo, ma va bene così, avevamo riassunto su Rivista Studio alla fine della prima stagione.

Una ragione per la quale la prima stagione di Emily in Paris è stata criticata così fortemente era il racconto stereotipato che faceva della Francia e dei parigini: berretti e infedeltà coniugale, questi erano i tratti caratterizzanti dei francesi raccontati nel primo capitolo delle avventure di Emily. Le critiche sono state tante e tali che alla fine è dovuto intervenire il creatore della serie in persona, Darren Star: «Non mi scuserò per aver raccontato Parigi attraverso la lente del glamour», ha spiegato l’autore, aggiungendo che tutto quello che si vede in Emily in Paris è basato su sue esperienze personali, sulla vita vissuta in quelle occasioni in cui ha visitato la città. «Volevo raccontare Parigi in un modo che facesse venire voglia alla gente di innamorarsi di questa città come me ne sono innamorato io».

Però, le critiche ricevute hanno certamente lasciato un segno nella mente di Star, che con la seconda stagione pare aver deciso di rimediare agli errori commessi in precedenza: ora anche gli ucraini, non solo i francesi, hanno di che lamentarsi. Il “merito” è del personaggio di Petra, un’ucraina (interpretata da Daria Panchenko, che ucraina lo è per davvero) che si veste male e vive nel terrore di essere espulsa dal Paese.

Ecco, Petra è la dimostrazione di quanto sia difficile e rischioso, oggigiorno, maneggiare gli stereotipi anche a fini di comicità. «In Emily in Paris c’è una donna ucraina che è una caricatura inaccettabile. Ed è anche offensiva», ha scritto su Telegram Oleksandr Tkachenko, Ministro della Cultura ucraino. Come riporta la Bbc, Tkachenko avrebbe inviato una lettera a Netflix per lamentarsi del personaggio di Petra. «È così che gli ucraini sono visti all’estero?», ha aggiunto il ministro. Un’iniziativa che ha diviso l’opinione pubblica ucraina, a quanto pare. Da un lato, dalla parte di quelli che condividono l’arrabbiatura di Tkachenko, c’è Yevheniya Havrylko, ucraina che vive a Parigi, in questi giorni autrice di un post su Instagram che ha raccolto 75mila like: «Il modo in cui avete raccontato gli ucraini nel quarto episodio della seconda stagione è veramente un colpo basso, uno scandalo e una vergogna», ha scritto, arrabbiatissima, Havrylko. Esiste però anche chi rivendica il diritto a non prendere troppo sul serio uno show come Emily in Paris: «Quindi in una serie tv i personaggi “negativi” possono venire da qualsiasi Paese tranne che dall’Ucraina? Ovviamente a tutti noi sarebbe piaciuto se Petra fosse stata di Mosca, ma non si può avere sempre tutto», ha detto la produttrice cinematografica Natalka Yakymovych.

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