Le frasi di Elena Ferrante più difficili da tradurre in inglese
Vulture ha dedicato un articolo alle frasi di Elena Ferrante più difficili da tradurre. A parlarne è Ann Goldstein, che ha spiegato come gestisce il non facile compito di trasformare le espressioni spesso dialettali della scrittrice dall’italiano all’inglese. Prima di tutto Goldstein esegue una rapida traduzione letterale. In una seconda fase lavora sui sinonimi e pensa alla sintassi, cercando di manipolare l’inglese in modo che l’esperienza della lettura si avvicini il più possibile all’italiano. Secondo lei è molto difficile perché «la struttura di una frase può essere molto più libera in italiano che in inglese». E poi Ferrante, come ricorda Goldstein, ha sempre sottolineato di non essere interessata alla bella scrittura e di privilegiare “la verità”.
Goldstein ha analizzato alcune delle frasi che le hanno dato particolari problemi nella traduzione del nuovo romanzo, La vita bugiarda degli adulti. A farla disperare sono state soprattutto le parti che contengono riferimenti al dialetto, ad esempio: «Mia zia allora si rivolse di scatto a quest’ultimo e gli disse che gli avrebbe tagliato il pesce – usò proprio quel vocabolo, in dialetto, con voce tranquilla, brandendo le forbici – se continuava a ridere». Nei romanzi di Ferrante il dialetto ha un ruolo fondamentale. In L’amica geniale, ad esempio, Elena si istruisce sempre di più e smette di parlare in dialetto, cosa che la distanzia dai suoi amici d’infanzia. Anche nel nuovo libro è importante: i genitori di Giovanna sono dei professori e il dialetto le è estraneo. Quando Vittoria minaccia di tagliare il pene di un uomo, Goldstein si è chiesta come tradurre, se con una parola gergale in inglese – “pecker”, “dick” – o mantenendo esattamente quella parola, pesce, e tutte le sue connotazioni viscide. Che quindi diventa: «My aunt turned to him abruptly and said she would cut off his pesce—she used precisely that dialect word, pesce, fish, in a calm voice, brandishing the scissors—if he kept laughing».
Un altro esempio di frase problematica: «Quanto ci teneva al cuore, nei suoi gesti coincideva con le sue grosse mammelle, che si batteva con una mano larga, dita nodose». La complicata sintassi di questa frase ha reso il compito particolarmente difficile a Goldstein, che voleva trasmettere quanto i grandi seni di zia Vittoria fossero cruciali per il senso di sé di Giovanna. Già nella prima pagina del romanzo, Giovanna sente suo padre dire che «le sta venendo la faccia di Vittoria», un insulto, dal momento che Vittoria non è una bella donna e in più è detestata dalla sua famiglia. Ma man mano che cresce, la profezia si avvera, e il suo corpo diventa sempre più simile a quello della zia, compresi i seni che alternativamente nasconde e ostenta, incerta su cosa farne. Come riassumere tutte queste tensioni in una frase? Goldstein l’ha tradotta così: «How important to her the heart was, coinciding with her large breasts, which she hit, gesturing with her broad hand and gnarled fingers».