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03:30 giovedì 10 aprile 2025
C’è un drama in corso tra il creatore e il compositore di White Lotus Cristóbal Tapia de Veer ha lasciato improvvisamente lo show e Mike White è rimasto abbastanza scioccato.
Gli Arcade Fire hanno annunciato l’uscita del loro nuovo album, Pink Elephant L'hanno comunicato sulla piattaforma creata apposta per il loro fandom.
Dall’11 aprile Normal People torna su RaiPlay Finalmente potremo riguardare la serie tratta dal romanzo di Sally Rooney che ha lanciato la carriera di Paul Mescal.
Trump ha davvero detto che, dopo aver imposto i dazi, tutti i Paesi del mondo gli stanno «leccando il culo» Dichiarazione fatta davanti all'estasiata platea della National Republican Congressional Committee di Washington.
Sulla lapide di David Lynch c’è l’epitaffio più lynchiano che si può immaginare Ma, per un volta, il regista ci ha lasciato una spiegazione chiarissima del suo significato.
Alla prossima Mostra del cinema di Venezia, Werner Herzog verrà premiato con il Leone d’oro alla carriera «Questa la considero una medaglia», ha detto il regista, che ne ha approfittato anche per ricordare a tutti i numerosi nuovi progetti ai quali sta lavorando.
Si è scoperto che la foto del finale di Shining è una foto vera A distanza di 45 anni dall'uscita del film, due ricercatori hanno trovato l'immagine che ispirò Kubrick per il finale.
In Spagna c’è stata la più grande manifestazione per il diritto alla casa di sempre Hanno partecipato i cittadini di 40 città, 150 mila solo a Madrid: chiedono tutti «la fine del racket degli affitti».

Quasi un milione di persone sono state truffate da falsi e-commerce d’abbigliamento

08 Maggio 2024

Il phishing si fa sempre più raffinato e pericoloso. È quello che si capisce leggendo l’inchiesta di Carmen Aguilar García, Sarah Marsh e Philip McMahon pubblicata sul Guardian con l’appropriatissima etichetta “scams”, truffe. Chissà se c’è qualcuno che tiene il conto delle truffe online e può dire se questa è la più grande nella storia di internet: 800 mila persone in tre continenti, la maggior parte residenti negli Stati Uniti, in Francia, in Danimarca, nel Regno Unito e in Australia sono stati ingannati da una vastissima rete di siti di e-commerce specializzati in abbigliamento, ai quali hanno ceduto i loro dati sensibili in cambio della possibilità di acquistare capi, tra gli altri, di Dior, Nike, Lacoste, Hugo Boss, Versace e Prada (nessuno di questi brand aveva ovviamente alcun rapporto commerciale di alcun tipo con questi siti né era al corrente di quanto stesse succedendo). Gli utenti creavano un profilo personale su uno di questi siti – secondo l’inchiesta svolta in collaborazione dal Guardian, da Die Zeit and Le Monde, la rete sarebbe composta da 76 mila domini – immettevano nel profilo i loro dati, procedevano all’acquisto e poi si mettevano ad aspettare la consegna del pacco. Consegna che però non avveniva mai.

Secondo García, Marsh e McMahon, questo immenso scam network sarebbe stato costruito nel 2015: i siti più vecchi a esso appartenenti risalgono a quell’anno e secondo le ricostruzioni dei giornalisti e delle autorità tutto sarebbe cominciato in Cina. Una truffa allo stesso tempo semplice e raffinata: tutti i siti appartenenti a questa rete truffaldina sono realizzati con una certa cura, in più lingue e assomigliano in tutto e per tutto a veri e propri siti di e-commerce. Siti fatti talmente bene da accumulare un milione di transazione negli ultimi tre anni, offrendo capi e accessori a prezzi scontati di brand con i quali, ancora una volta, non intrattenevano alcun rapporto di nessun tipo. Sempre negli ultimi tre anni, il volume di affari di questi siti avrebbe raggiunto i cinquanta milioni di euro, nonostante nello stesso periodo quasi un terzo dei siti inizialmente appartenenti a questa rete siano stati abbandonati. Ma non è tanto questo a fare impressione, quanto il numero di persone che a questi siti hanno lasciato informazioni sensibilissime come il numero delle loro carte di credito e anche i codici a tre cifre (Cvv o Cvc) che servono per eseguire acquisti online. Anche gli utenti che non hanno lasciato queste informazioni, hanno comunque visto i loro nomi, cognomi, indirizzi mail usati a fini di spam: venduti e inseriti in migliaia di mailing list.

Come tutto in questo momento storico, anche questo fatto porta con sé implicazioni geopolitiche. Secondo alcuni – tra questi c’è Jake Moore, esperto di cybersecurity intervistato dal Guardian – questa truffa su scala globale dimostra due cose: che le informazioni personali sono più preziose del denaro, oggigiorno; e che ogni volta che una cosa del genere succede la nostra prima preoccupazione deve essere quale governo potrebbe avere interesse ad accedere a queste informazioni.

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