L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Ci sono ancora due milioni di persone che ricevono i dvd di Netflix per posta
Su Wired Amit Katwala ha indagato sui motivi per cui tantissime persone ricevono ancora per posta i dvd di Netflix. Tra queste c’è anche Eric, che ha raccontato al giornalista la sua storia. Eric si è iscritto a Netflix intorno al 2005, per comodità: invece di andare alla filiale locale di Blockbuster per affittare un film, riceveva i dvd direttamente a casa. Nel 2007, Netflix ha consegnato il suo miliardesimo dvd, una copia di Babel, spedita a un cliente in Texas da uno dei suoi 42 centri di distribuzione nazionali in tutta l’America, che ha servito 6,3 milioni di abbonati. Ma il modello di business dell’azienda stava già iniziando a cambiare. Nel gennaio 2007, Netflix ha annunciato il lancio del suo servizio di streaming, che si è rapidamente trasformato in quello che conosciamo oggi.
Intanto Eric è cresciuto, ora ha 41 anni e continuava a ricevere dvd e Blu-ray per posta. «La selezione è molto più ampia rispetto al servizio di streaming», si giustifica lui, che utilizza anche Hulu, Amazon Prime e occasionalmente Disney+. «Lo streaming è fantastico se voglio sedermi sul divano e guardare qualcosa in questo momento. Ma se desidero guardare un film in particolare, potrei non riuscire a trovarlo sui servizi di streaming». E poi, anche se può sembrare incredibile per chi vive in città, c’è il problema della velocità di Internet: alcune parti rurali degli Stati Uniti hanno ancora una scarsa infrastruttura Internet e utilizzare lo streaming significa consumare immediatamente il limite mensile di dati.
Non è chiaro per quanto tempo Netflix manterrà operativo il suo servizio dvd. Nel 2011, ha provato a trasformarlo in un marchio separato (chiamato Qwikster), che avrebbe imposto agli abbonati di pagare separatamente per dvd e streaming. L’azienda è stata costretta a fare un’inversione di marcia dopo la protesta dei clienti: ha perso metà del valore delle azioni in due mesi e 800.000 abbonati. Nel dicembre 2019, il Ceo di Netflix Reed Hastings ha detto che non aveva fretta di sbarazzarsene e che l’avrebbe fatto durare almeno altri cinque anni.