L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Un modo per andare al cinema ci sarebbe: i drive-in
Il drive-in è un luogo mitologico, vintage e nostalgico, simbolo di un’America che non c’è più e che ci piace ricordare ogni tanto guardando Grease. Non a caso è proprio in un drive-in che si svolge “Doing Time“, l’ultimo video di Lana Del Rey – cantrice per eccellezza del sogno americano perduto – uscito lo scorso agosto. Certo, i drive-in esistono ancora, ma sopravvivono a stento: la gente tende a preferire i multisala o le serie tv comodamente guardate dal divano. O meglio, era così così fino a poco fa, prima dell’arrivo del Coronavirus, quando stare sul divano di casa poteva ancora essere considerato un lusso e non la normalità. Come ha raccontato Claire Voon su Atlas Obscura, in questo particolare momento storico il cinema visto dalla propria auto potrebbe infatti tornare a essere la prima scelta per chi volesse uscire di casa per guardare un film. Con i cinema chiusi, l’esasperazione causata dalle settimane trascorsi chiusi in casa e la possibilità di restare al sicuro all’interno della propria automobile, il drive-in presenta tutte le caratteristiche ideali per un raro caso di assembramento che non mette in pericolo la salute dei clienti.
Atlas Obscura ha parlato con il proprietario di un drive-in in Florida, John Watzke, che in pochi giorni ha apportato delle modifiche nel cinema aperto da 72 anni (gestito da lui dal 2011): ha acquistato nuovi imballaggi per gli alimenti, ha isolato i parcheggi per creare zone cuscinetto e ha implementato le linee guida per l’igiene, istruendo i suoi dipendenti. Risultato: i parcheggi con due schermi, mezzi vuoti lo scorso inverno, ora stanno aperti anche nei giorni feriali, accogliendo fino a 200 macchine contemporaneamente. L’Ocala Drive-In Theater di John Watzke, spiega Voon, è soltanto uno dei numerosi drive-in che hanno ricevuto il permesso di restare aperti durante il lockdown e stanno godendo di un’inaspettata rinascita. «Durerà?», si chiede Watzke, ancora disorientato dall’improvviso successo. «Solo il tempo lo dirà. Penso che la gente avrà un forte bisogno di questo genere di attività all’aria aperta per un po’ di tempo».