Attualità | Cronaca

Diddy, una storia violenta

Il rapper è stato arrestato a New York, dopo mesi di accuse gravissime nei suoi confronti.

di Studio

La situazione giudiziaria di Sean Love Combs – è importante mettere nella premessa di questa storia che parliamo di un uomo che ha deciso di cambiare il proprio nome di battesimo per aggiungere il sostantivo Love – è tanto grave che la notizia del suo arresto ha stupito tutti: ma non lo avevano già arrestato da un pezzo?, si è chiesto chiunque abbia una conoscenza anche solo superficiale dei fatti che lo riguardano. No, Sean Love Combs/Puff Daddy/P. Diddy/Love/Brother Love/Diddy era a piede libero, passeggiava per Manhattan quando gli agenti della United States District Court for the Southern District of New York lo hanno arrestato. Le accuse nei confronti di Diddy devono ancora essere formalizzate: in una conferenza stampa tenutasi subito dopo l’arresto, il Procuratore distrettuale Damian Williams ha spiegato che Diddy è coinvolto in un’indagine del  Department of Homeland Security. Al momento queste sono le uniche informazioni disponibili, ma altri dettagli dovrebbero arrivare nelle prossime ore.

Che le cose per Diddy si stessero mettendo male lo si era capito già nello scorso marzo, quando le sue case di Los Angeles e Miami erano state perquisite dalle autorità federali nell’ambito di un’indagine su un’organizzazione criminale specializzata in tratta di esseri umani, in particolare di giovani donne costrette a prostituirsi. Marc Agnifilo, l’avvocato di Diddy, ha commentato l’arresto con un comunicato stampa inviato alla Bbc: «Siamo delusi dalla decisione di procedere con un’indagine basata su accuse ingiuste. Sean “Diddy” Combs è un’icona musicale, un imprenditore che si è fatto da solo, un amorevole padre di famiglia e un noto filantropo che ha passato gli ultimi trent’anni della sua vita a costruire un impero, a crescere i suoi figli e a contribuire al miglioramento delle condizioni della comunità nera».

Sean “Diddy” Combs è però anche un uomo con una ormai nota storia di violenze, come si può leggere in questo splendido pezzo di Vulture. Una timeline di tutte le accuse che gli sono state rivolte nel corso degli anni l’ha fatta – e continua ad aggiornarla – Rolling Stone: è un articolo lunghissimo e dettagliatissimo, una storia che inizia nel 1991 e prosegue fino a oggi, tra risse, pestaggi, sparatorie, revenge porn e accuse di violenze sessuali di qualsiasi tipo. Si capisce, dunque, lo stupore di cui parlavamo prima nello scoprire che Diddy sia stato arrestato oggi. Per quanto nota fosse la condotta violenta di Diddy, è tornata a essere fatto di cronaca, notizia d’attualità tra novembre e dicembre del 2023, quando la sua ex compagna Casandra Elizabeth Ventura aveva intentato una causa ai suoi danni accusandolo di averla pestata e violentata praticamente per tutta la durata della loro relazione, iniziata quando lei aveva 19 anni e lui 37.

Nella causa intentata da Ventura erano contenute informazioni che poi sono diventate l’oggetto della (prevedibile) caricatura di internet: a quanto pare, Diddy avrebbe a un certo punto manifestato l’intenzione di far saltare in aria la macchina di Kid Cudi, ingelosito dalla relazione che quest’ultimo aveva iniziato con Ventura dopo che la donna lo aveva lasciato nel 2018. Il giorno dopo l’ufficializzazione della causa, le parti avevano annunciato di aver raggiunto un accordo: Ventura accettava di ritirare la causa in cambio di una compensazione per i danni fisici e morali sofferti durante la relazione con Diddy. Gli avvocati di Diddy si sono sempre premurati di spiegare che l’accordo non era assolutamente da confondere con un’ammissione di colpevolezza da parte del loro assistito che, anzi, negava tutto e si professava innocente. Ha ribadito questa sua versione dei fatti fino a quando Cnn non ha pubblicato il video di un suo brutale pestaggio ai danni di Ventura, avvenuto nel 2016 e ripreso dal circuito di sorveglianza dell’InterContinental Hotel di Century City, Los Angeles. Subito dopo la pubblicazione del video, Diddy aveva chiesto scusa per il suo comportamento in un Reel su Instagram.

Nella stessa settimana in cui Ventura intentava la sua causa, altre due donne muovevano accuse simili nei confronti di Diddy. Joi Dickerson-Neal raccontava di essere stata drogata e violentata da lui nel 1991, quando lei andava all’università (violenza che Diddy avrebbe anche ripreso con una videocamera per mostrare poi il filmato a degli amici). Liza Gardner, quarta donna ad accusarlo nell’arco di nemmeno un mese, aveva invece raccontato di essere stata costretta dal rapper a fare sesso con lui poco dopo averlo conosciuto, all’inizio degli anni Novanta. Due giorni dopo aver subìto questa violenza, Gardner sarebbe stata pestata da Diddy, che l’avrebbe anche strangolata fino a farla svenire. C’è stata poi la denuncia di Rodney “Lil Rod” Jones Jr., produttore di nove tracce di The Love Album di Diddy, che nel febbraio del 2024 lo ha accusato di averlo costretto ad avere rapporti sessuali con prostitute, di averlo molestato sessualmente e di aver insistito per fargli fare sesso con un uomo (una pratica che Diddy aveva descritto come «consuetudinaria» nell’industria discografica). In tutti questi casi, Diddy è stato raccontato come un predatore, abilissimo nell’usare potere, ricchezza, droghe e alcol per compiere le sue violenze. Lui ha ribadito la sua innocenza, definendo le accuse come dei tentativi di diffamazione e di estorsione ai suoi danni.

Arriviamo così a marzo di quest’anno e alle perquisizioni nelle proprietà di Los Angeles e Miami di Diddy. Proprio a Miami era stato fermato dalle autorità mentre si preparava a salire su un aereo diretto alle Bahamas: perquisito, era stato costretto a consegnare alla polizia tutti i suoi dispositivi digitali. È a questo punto che si è saputo dell’indagine del Department of Homeland Security e del coinvolgimento di Diddy nello stesso, coinvolgimento che l’avvocato del rapper aveva commentato all’epoca come «una caccia alle streghe basata su accuse infondate fatte in cause civili» (tutte le accuse mosse nei confronti di Diddy erano state fatte in procedimenti civili, ragione per la quale non era ancora stato arrestato). Adesso possiamo solo aspettare di sapere quali sono le accuse che la District Court for the Southern District ha intenzione di fare a Diddy, e come proseguirà quello che molti hanno già ribattezzato il caso Epstein dell’industria musicale. Nel frattempo, i futuri aggiornamenti ce li darà 50 Cent: il rapper ha annunciato di aver venduto a Netflix un documentario sulla storia violenta di Diddy, prodotto dalla sua G-Unit Film. Ha anche detto, però, che se questa storia continuerà a riservare sorprese come quella dell’improvviso arresto di Diddy, questo documentario lui rischia di non finirlo mai.