Un candidato repubblicano al Congresso ha scritto un sequel del Diario di Anna Frank
Nel suo diario, uno dei più noti documenti storici riguardanti la Shoah, Anne Frank racconta le gioie, le speranze, le paure e gli orrori del suo tempo. L’ultima pagina del diario porta la data dell’1 agosto 1944, dopodiché il racconto si interrompe. Pochi giorni dopo, la ragazza, la sua famiglia e un’altra famiglia ebrea che si nascondeva nell’alloggio segreto al numero 263 della Prinsengracht ad Amsterdam vengono scoperti, arrestati e poi deportati in un campo di concentramento.
L’americano Johnny Teague, un pastore evangelico e politico repubblicano in corsa per il Congresso nel 7° distretto del Texas, ha deciso di scrivere un sequel del Diario di Anna Frank intitolato The Lost Diary of Anne Frank, pubblicato dall’editore Histria Books. Per qualche ragione, Teague ha pensato che fosse assolutamente necessario un libro che riprendesse il racconto della vita di Anna Frank «da dove si era interrotto il viaggio originale». Stando a quanto dice lui, a spingerlo a scrivere probabilmente la più innecessaria e inappropriata fanfiction della storia è stata la sua profondissima passione per la storia. Peccato che il suo libro con la storia e i fatti realmente accaduti non abbia assolutamente nulla a che fare: The Lost Diary of Anne Frank non è il diario perduto di Anna Frank. Come afferma Jewish Telegraphic Agency, si tratta più di un romanzo in cui Teague immagina, facendo affidamento solo sua prodigiosa fantasia, cosa è accaduto negli ultimi giorni di vita di Anne Frank nei campi di concentramento di Auschwitz e Bergen-Belsen. Teague ha detto di aver scritto questo sequel sforzandosi di “imitare” la scrittura di Anna Frank, un gesto che siamo sicuri nella sua testa costituisca una dimostrazione di rispetto e non un ulteriore imbarazzo.
Teague ha detto anche di aver studiato moltissimo per prepararsi a questa impresa letteraria: alla sua già affermata passione per la storia ha unito interviste ai sopravvissuti alla Shoah (speriamo abbia avuto almeno il buongusto di non rivelare loro le ragioni e i fini delle interviste), visite ai campi di concentramento, a musei dell’Olocausto e alla casa in cui visse Anna Frank. Sforzi che per il momento non sembrano essergli bastati a ottenere l’apprezzamento della critica: su LiteraryHub, Jonny Diamond scrive che The Lost Diary of Anne Frank somiglia più che altro a «una fanfiction cattolica del suo autore». Per quale motivo? Perché nella fanfiction di Teague, Anna Frank si converte al cristianesimo poco prima di morire. Nelle pagine in cui si racconta la scoperta della nuova fede da parte di Frank, Teague mette in mostra, oltre al suo innegabile talento per la ricerca storiografica, anche un orecchio per i dialoghi da fare invidia a Jonathan Franzen: «Mi piacerebbe saperne di più su Gesù e su tutto ciò che ha affrontato nella sua vita di insegnante ebreo», dice la giovane Anna in uno dei passaggi più incredibili del libro. E poi, ancora: «Ogni uomo o donna ebrei dovrebbero porsi domande come “Dov’è il Messia? È già arrivato e non l’abbiamo riconosciuto?». A Teague va riconosciuto però una certa coerenza tematica: in tutto il libro si capisce come si sia autoimposto la missione di far conoscere Gesù Cristo retroattivamente alla famiglia Frank. Otto Frank, il padre di Anna, sopravvissuto al campo di concentramento, nel romanzo di Teague sopravvive proprio grazie alla sua superiore conoscenza di Gesù.