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Thomas Bangalter ha detto che i Daft Punk si sono sciolti perché oggi tutti odiano i robot
«Nonostante il mio amore per questo personaggio, l’ultima cosa che ho voglia di essere, nel mondo in cui viviamo oggi, nel 2023, è un robot», così Thomas Bangalter ha spiegato la decisione, sua e dell’altra metà dei Daft Punk, Guy-Manuel de Homem-Christo, di sciogliere il duo. In un’intervista concessa a Bbc e ripresa da Nme, Bangalter ha detto che la storia dei Daft Punk è finita nel momento in cui ha sentito la necessità di allontanarsi dalla «musica tecnologica». Bangalter ha detto di non considerarsi un neo-luddista e di essere «ancora innamorato della tecnologia intesa come strumento. Ma, in un certo senso, sono terrorizzato dal tipo di rapporto che stiamo costruendo con le macchine. Ora che la storia [dei Daft Punk, ndr] è finita, mi è sembrato interessante raccontare parte del processo creativo che ci ha caratterizzato negli anni, quella parte basata sulla natura umana e che nulla aveva a che vedere con l’algoritmo».
Bangalter ha anche detto che uno dei motivi che lo hanno spinto ad abbandonare la musica elettronica è stato l’arrivo delle intelligenze artificiali e la loro crescente influenza nel mondo dell’arte. «Le mie preoccupazioni vanno oltre l’uso dell’AI nella produzione musicale. Quello che facevamo noi due con i Daft Punk era usare le macchine per esprimere cose estremamente toccanti, sensazioni che una macchina non può sentire ma un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non da quella delle macchine». Secondo Bangalter, oggi i Daft Punk, con la loro estetica, con la loro musica, finirebbero per essere fraintesi, per essere interpretati come un’espressione del mondo delle macchine. «Per me e per Guy-Manuel era molto importante che il racconto di noi stessi non venisse rovinato da tutto questo», ha detto. Da qui la decisione di porre fine ai Daft Punk.
E da qui anche la decisione di registrare un nuovo disco, Mythologies, originariamente pensato come la colonna sonora dello spettacolo di danza omonimo andato in scena al Grand Théâtre di Bordeaux nello scorso luglio (del disco avevamo parlato qui). L’album sarà disponibile dal 7 di aprile, e due ne sono già stati estratti due singoli: “L’Accouchement” and “Le Minotaure”. «Mi piaceva l’idea di comporre musica che non sarebbe stata amplificata, che non avrebbe richiesto l’uso di elettricità nella sua esecuzione. C’eravamo soltanto io e lo spartito», ha raccontato Bangalter. Che ha anche detto che nella decisione di realizzare Mythologies c’entra anche la nostalgia: sua madre e sua zia erano entrambe ballerine e suo zio era un coreografo. Chi, nonostante le AI, prova ancora nostalgia per i Daft Punk, può consolarsi con la notizia dell’uscita nel 2023 – esattamente non si sa ancora quando – di After Daft, biografia del duo alla quale contribuiranno, tra gli altri, Franz Ferdinand, CSS, Disclosure, Porter Robinson e molti altri artisti.