Cosa dicono le prime recensioni del nuovo romanzo di Cormac McCarthy

Parlando dei due nuovi libri di Cormac McCarthy, il primo uscito proprio ieri a 16 anni dall’ultimo, il New York Times ha riportato le parole del suo amico David Krakauer, un teorico evoluzionista e professore del Santa Fe Institute: «Vive con noi teorici da almeno 25 anni. Questo è il suo ambiente». Nonostante sia considerato un uomo molto schivo (nella sua vita ha concesso pochissime interviste) da quando ha più o meno 65 anni, quindi, McCarthy passa le giornate chiacchierando con professori e studiosi di fisica quantistica, filosofia della matematica e teorie sulle origini dell’intelligenza e la natura della coscienza. Conversazioni che sono entrate nei suoi nuovi attesissimi romanzi, The Passenger, pubblicato il 25 ottobre, e Stella Maris, la cui uscita è programmata per il 6 dicembre. A 89 anni, in una fase alquanto avanzata della sua carriera (il primo romanzo, Il guardiano del frutteto, risale al 1965), uno dei più grandi romanzieri viventi, considerato l’erede di Faulkner e Steinbeck, ha deciso di cambiare completamente direzione.
I nuovi libri non hanno nulla a che fare con i western che l’hanno reso famoso come Cavalli selvaggi (primo best-seller e primo volume della Trilogia della frontiera) e Non è un paese per vecchi, né con l’epica post-apocalittica del suo capolavoro, La strada (citato tra le possibili ispirazioni dell’ultima sfilata di Balenciaga). I romanzi ruotano intorno alla storia di un fratello e una sorella attratti l’uno dall’altra e ossessionati dal ruolo del padre, genio della fisica, nello sviluppo della bomba atomica. Sia il New York Times che il Guardian parlano di thriller. The Passenger è ambientato principalmente a New Orleans nel 1980. Bobby lavora come subacqueo e scopre qualcosa di sospetto nel relitto di un jet affondato. Da quel momento dei misteriosi uomini in giacca e cravatta iniziano a inseguirlo e lui cerca di scappare mentre i ricordi della sorella Alicia, morta suicida, continuano a tormentarlo. Sul Guardian, Xan Brooks l’ha definito un romanzo straordinario: «È come una nave sommersa; una splendida rovina in forma di thriller noir hardboiled. La saga generazionale di McCarthy parla di tutto, dalla bomba atomica all’assassinio di Kennedy, ai principi della meccanica quantistica», mentre sul New York Times Alexandra Alter ammette che in certi punti, quelli in cui McCarthy riporta le sue amate teorie fisico-filosofico-matematiche, il libro si fa un po’ troppo complesso e metafisico. Ma come scrive Brooks sul Guardian, quasi rispondendo ai suoi dubbi: «Questo è un libro senza guardrail, un invito a perdersi. Ci si imbatte costantemente in oggetti oscuri e ci si chiede cosa significhino».
McCarthy aveva iniziato a scriverlo negli anni Ottanta e poi ha continuato a perfezionarlo nel tempo, così i libri sono diventati due. Stella Maris è una specie di prequel: si svolge nel 1972 in un istituto psichiatrico del Wisconsin, dove la sorella di Bobby, Alicia, genio della matematica, viene ricoverata e dove le viene diagnosticata una schizofrenia paranoica. Ha tendenze suicide e sente voci che si manifestano come personaggi di un incubo vaudevilliano, incluso Kid, un nano sboccato con pinne al posto delle mani. La storia si svolge come un dialogo tra Alicia e i suoi medici e descrive il modo in cui la ricerca di teorie matematiche rivoluzionarie l’abbia fatta impazzire.