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Tutti i colpi di Stato nei Paesi Nato del dopoguerra

18 Luglio 2016

La Turchia è un Paese la cui stabilità politica non è mai stata data particolarmente per scontata, ma dall’inverno del 1997, quando i militari riuscirono a ottenere le dimissioni del primo ministro Necmettin Erbakan, la nazione (prima della scorsa settimana) non aveva fatto segnare tentativi di sovvertimento dell’ordine democratico. Public Radio International ha messo insieme una piccola storia dei coup dei Paesi europei del dopoguerra, a iniziare proprio dallo Stato di Ankara e Istanbul. Qui, tra il 1960 e il 1980 l’esercito è intervenuto tre volte per prendere il potere con la forza e dirigere la formazione di nuovi governi.

In Francia, invece, una sommossa guidata da quattro generali durante la guerra d’Algeria riuscì a imporre il ritorno di de Gaulle al potere, mentre un tentativo di deporlo a vantaggio di una giunta militare, tre anni dopo, fallì. Gli unici due golpe segnalati alla voce “Italia” sono il Piano Solo (ovvero i fatti dell’estate del 1964, in cui il presidente della Repubblica Antonio Segni diede il via libera all’omonima macchinazione dell’Arma dei Carabinieri per prendere il potere ed evitare l’apertura a sinistra voluta dal primo ministro Aldo Moro) e il più celebre Golpe Borghese, il tentato golpe dell’estrema destra, guidata da Junio Valerio Borghese.

In Grecia tre anni prima alcuni colonnelli avevano preso il potere instaurando una dittatura anticomunista, durante la quale diecimila tra cittadini e funzionari sospettati di simpatie di sinistra erano stati arrestati. Per finire, nel 1974 in Portogallo le forze armate di idee più progressiste si unirono al movimento di resistenza alla dittatura di Salazar, contribuendo al ritorno alla democrazia: la lotta è nota come rivoluzione dei garofani.

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