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In Cina hanno censurato ogni riferimento all’omosessualità nell’ultimo Animali Fantastici

13 Aprile 2022

Nel terzo capitolo della saga di Animali fantastici ci sono alcuni riferimenti ai trascorsi romantici tra i due protagonisti della storia, Albus Silente (interpretato da Jude Law) e Gellert Grindenwald (Mads Mikkelsen). In particolare, ci sono sei secondi di dialogo in cui i personaggi discutono apertamente del loro amore: «perché ero innamorato di te» e «l’estate che io e Gellert ci innamorammo», due battute appena che però sono state sufficienti ad attirare l’attenzione della censura cinese. Entrambe le battute, infatti, sono state rimosse, non ce n’è traccia nella versione del film arrivata nei cinema cinesi lo scorso 8 aprile.

Non è la prima volta che la censura cinese si preoccupa di rimuovere da film e serie tv qualsiasi riferimento all’omosessualità. In passato è successo con Friends, con And Justi Like That, il sequel di Sex and the City e, soprattutto, con Bohemian Rhapsody, il biopic su Freddy Mercury. Dal film furono rimossi tutti gli accenni all’orientamento sessuale di Mercury. Durante la cerimonia degli Oscar del 2019, mentre Rami Malek pronunciava il discorso da fresco vincitore del premio come miglior attore protagonista, la tv cinese trasmetteva le sue parole con sottotitoli “aggiustati”: quando Malek parlava di omosessuali, gli spettatori cinesi leggevano “gruppo speciale di persone”.

Ovviamente, episodi come questo sono sempre imbarazzanti per gli studios produttori dei film. Lo sono pur nella consapevolezza che in Cina la comunità Lgbtq+ è fortissimamente discriminata nonostante l’omosessualità non sia più reato dal 1997 e sia stata rimossa dall’elenco delle psicopatologie riconosciute nel 2001. La discriminazione sociale, però, resta: qualche mese fa si discusse molto del fatto che Grindr era stato rimosso dall’App Store e che da WeChat, il social media più usato in Cina, erano spariti diversi gruppi di attivisti e organizzazioni Lgbtq+. Ma il mercato cinese è troppo grande e troppo importante, rinunciarci è semplicemente impossibile. L’unica possibilità è adattarsi, provare a lavorare entro i limiti della censura del Paese. «Come studio, ci impegniamo a tutelare l’integrità di ogni film che distribuiamo, anche quando si presenta la necessità di operare i necessari tagli per rispondere nella giusta maniera alle tanti variabili che ogni mercato nazionale presente. La nostra speranza è di distribuire i nostri film in tutto il mondo esattamente come i loro creatori li hanno realizzati, ma nella nostra storia ci è già capitato di vedere questi film che subiscono piccole modifiche per consentirne la distribuzione in alcuni mercati», questo il comunicato con cui Warner Bros, produttore del film, ha commentato la notizia di quanto deciso dalla censura cinese. Lo studio ribadisce, però, che «lo spirito del film rimane intatto».

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