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Il primo “scisma” nella Chiesa Ortodossa causato dalla guerra in Ucraina

15 Marzo 2022

«Il clero ha deciso all’unanimità che non è più possibile continuare a far parte del patriarcato di Mosca e allo stesso tempo fornire ai fedeli il necessario sostegno spirituale. La decisione è stata estremamente dolorosa e difficile per tutti coloro che sono stati coinvolti», si legge in un comunicato pubblicato sul sito della parrocchia russo-ortodossa di San Nicola di Mira, ad Amsterdam. Si tratta, come riporta il Guardian, della prima “separazione” nella Chiesa ortodossa causata dallo scoppio della guerra in Ucraina.

C’entra, ovviamente, il Patriarca di Mosca Kirill, il capo della Chiesa Ortodossa russa. Negli scorsi giorni Kirill, la cui amicizia con Vladimir Putin è fatto noto da anni, si è rifiutato di condannare l’invasione russa dell’Ucraina. Non solo: ha di fatto espresso il suo appoggio alla decisione di Putin di muovere guerra, parlando di una lotta della Russia contro le “forze del male”. In un sermone tenuto nella domenica della scorsa settimana, ha aggiunto anche che uno dei motivi per i quali l’invasione dell’Ucraina è cosa buona e giusta sono le sfilate che in Occidente si organizzano in occasione del Gay Pride.

Dopo questa affermazioni di Kirill, la chiesa di San Nicola di Mira di Amsterdam ha chiesto immediatamente all’arcivescovo d’Olanda di dare l’autorizzazione alla separazione dalla Chiesa di Russia. Subito dopo, la chiesa ha chiesto di entrare a far parte del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ramo della Chiesa ortodossa di Istanbul, spesso raccontato come “rivale” di quello moscovita. Quella di Amsterdam non è l’unica chiesa ortodossa in difficoltà di fronte alle parole di Kirill sulla guerra in Ucraina: nelle ultime due settimane più di 280 appartenenti al clero hanno firmato una lettera in cui si dicevano contrari al conflitto e in cui ricordavano la «dannazione eterna» che aspetta coloro che impartiscono «ordini assassini».
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