Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.
Una particolare lavorazione che utilizza la tecnologia ad alta frequenza e un avanzato processo di incisione del cuoio tramite onde elettromagnetiche. Così la Chetwynd Contour di Church’s si rinnova, mantenendo la silhouette sofisticata che l’ha resa la scarpa allacciata per eccellenza. Questa nuova tecnica consente di creare raffinati rilievi decorativi riproducendo il tipico disegno a coda di rondine, senza alterare la tomaia e i tratti distintivi della calzatura, come ad esempio, la punta arrotondata. L’artigianalità rimane il punto cardine della produzione: ogni scarpa è lavorata meticolosamente dai sapienti artigiani di Northampton per garantire una calzatura confortevole e durevole nel tempo.



La nuova calzatura con una serata al Tramp Club di Londra lo scorso 25 marzo, animata dalla jazz band Ezra Collective, nominata Group of The Year ai Brit Awards 2025. Durante la serata, si potevano ammirare le due versioni una di fianco all’altra: il modello originale, con la brongatura realizzata a mano, e il nuovo modello realizzato con la tecnologia ad alta frequenza. Il primo modello di Chetwynd è stato realizzato nel 1948 sulla forma 73 e si era distinta per la sua leggerezza e un’eleganza più formale rispetto alle Brogue tradizionali. La scarpa è stata poi reinterpretata con l’introduzione della forma 100, dal design più contemporaneo. Così nasce la forma 173, sintesi delle migliori caratteristiche delle due precedenti versioni e frutto della ricerca Church’s. La lavorazione della Chetwynd segue un processo meticoloso che prevede duecento cinquanta passaggi manuali e un tempo di realizzazione di circa otto settimane, a testimonianza dell’attenzione al dettaglio e della maestria artigianale che contraddistingue ogni creazione Church’s. La linea Contour sarà disponibile in pelle spazzolata e nelle varianti colore nero, blu navy e verde bosco. A partire da aprile nei punti vendita Church’s e su church-footwear.com.

Dopo i dazi di Trump, si sono moltiplicati sulla piattaforma i video di commercianti cinesi che invitano gli americani a scoprire cosa e come si produce in Cina. Un fenomeno interessante, che ha anche a che fare con il made in Italy.