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Ci sarà un sequel di C’era una volta a… Hollywood diretto da David Fincher, scritto da Quentin Tarantino e con protagonista Brad Pitt Il film racconterà la storia di Cliff Booth, il personaggio interpretato da Pitt nel film di Tarantino del 2019.
Prada ha aperto un ristorante ispirato ai film di Wong Kar-wai Si trova a Shangai e riproduce l'atmosfera dei film del regista di "In the Mood for Love".
La ministra della Giustizia americana vuole la condanna a morte per Luigi Mangione Ha inviato una comunicazione ai procuratori federali, chiedendo la pena di morte per quello che definisce «un terrorista».
Per aspera ad astra è il tema dell’edizione di C2C Festival che renderà omaggio a Sergio Ricciardone I biglietti saranno acquistabili da sabato 5 aprile.
È morto Val Kilmer, la rockstar della Hollywood degli anni ’80 e ’90 Aveva 65 anni e da tempo si era ritirato dalle scene a causa di un cancro alla gola.
C’è un pesce che si è evoluto appositamente per evitare di avere a che fare con i suoi simili Si chiama tetra messicano (Astyanax mexicanus) e ci ha messo 20 mila anni per raggiungere questo notevole risultato.
Nei biopic sui Beatles di Sam Mendes ci saranno tutti i boni preferiti di internet Harris Dickinson interpreta John Lennon, Paul Mescal sarà Paul McCartney, Barry Keoghan è Ringo Starr e Joseph Quinn farà George Harrison.
Adolescence verrà mostrato in tutte le scuole medie inglesi Un'iniziativa appoggiata dal Primo ministro inglese, Keir Starmer.

Cbs contro Al-Jazeera

What's trending, il programma dedicato alla rete dell'emittente Usa. Che copia (male) un format arabo

18 Ottobre 2011

Woody Allen diceva che il cinema si ispira alla vita, che a sua volta si ispira alla TV. Che, aggiungeremmo noi, sempre più spesso si ispira a internet. Talvolta con dubbi risultati: qualcuno forse avrà visto, tra un collegamento sulle primarie repubblicane e uno sulla protesta di Zuccotti Park, i servizi curati dallo “Stream Team” della Cnn, squadra specializzata nello scovare video di gattini su YouTube e comprensibilmente ridicolizzata da The Daily Show di Jon Stewart (scoop: quel gattino carino che indossa da solo una maschera da coniglio è un trucco, in realtà si toglie la maschera e poi il suo padrone ha postato il video in reverse, ma la squadra speciale della Cnn l’ha smascherato).

Ma, a parte i random moment di video trasmessi tra una notizia e l’altra,  bisogna ammettere che negli ultimi mesi la tivvù americana si è rimboccata le maniche nel tentativo di interagire con la rete in modo da andare un po’ oltre la cazzatina estemporanea in stile Monty Python («and now for something completely different»). Ci ha provato l’emittente Cbs, che lo scorso maggio ha lanciato la trasmissione “What’s Trending”, in onda ogni martedì mattina, ideata e realizzata dalla ventottenne Shira Lazar. Il format è quello del web live show, con la particolarità che si tratta di un programma dichiaratamente «driven by social networking». Insomma si vede quello che va su Twitter, Facebook eccetera, non ci si limita a segnalarlo, ma lo si approfondisce e, di preferenza, si invitano ospiti in studio – dalle superstar di cui sui social media si parla molto, vedi Will.I.Am, alle celebrità da internet, vedi la ragazzina carina che suona la chitarra su YouTube.

Niente gattini. Un formato sperimentale (ma non troppo, come vedremo più in là) che è piaciuto ai critici più del contenuto. Mike Hale sul New York Times ha fatto notare che un programma del genere esisteva già sull’Abc: si chiamava “iCaught”. Ma era esattamente il tipo di show che mandava in onda i video di gattini. Il critico del Nyt boccia “What’s Trending” spiegando che «il tentativo da parte di Lazar e dei produttori di trovare una chiave intelligente per discutere l’attualità attraverso la lente di Facebook e di Twitter è per lo più fallito». Eppure definisce l’idea in sé «rivoluzionaria», in quanto si tratta di un «programma settimanale, in diretta e lungo mezz’ora, che viene trasmesso sul sito internet di uno dei principali canali televisivi».

Forse. Ma dipende da che cosa si intende per «principali canali televisivi». Come fa notare Jared Keller su The Atlantic, il formato di “What’s Trending” ricorda molto quello di un programma andato fino a poco tempo fa in onda sull’edizione in lingua inglese di Al-Jazeera. Stiamo parlando di “The Stream,” programma condotto da Derrick Ashtong, classe 1975, laurea ad Harvard, divenuto celebre nel 2008 grazie a un video virale pro-Obama. “The Stream” è nato sull’onda della Primavera Araba, con l’intento di portare in video i topic più importanti dell’attualità internazionale: non solo le rivolte in Egitto, Tunisia, Bahrein e Arabia saudita, ma anche cronaca politica e sociale che, in varie parti del mondo, ha trovato nei social media mezzi utili – dalla protesta #occupywallstreet all’attivismo contro i cartelli del narcotraffico in Messico sotto l’hashtag #estadofallito, passando per i giovani tibetani.

Il critico dell’Atlantic sostiene che “What’s trending” non regge proprio il paragone con “The Stream.” Del programma di Al-Jazeera ispirato ai social media, Keller aveva tessuto le lodi anche sul Nieman Journalism Lab, spiegando che rappresentava «un distillato della copertura globale tipica di Al-Jazeera con un occhio rivolto ai social media». E in effetti, almeno secondo chi scrive, gli approfondimenti di “The Stream” sulla protesta in Bahrein (specie visto che i tweet in arabo vengono tradotti in inglese)  hanno qualche valore aggiunto rispetto a @ClaraC che suona la chitarra ospite di “What’s trending.”

Detto questo, anche “The Stream” potrebbe essere fatto meglio. Alcune cose meritano veramente, tipo le discussioni con il pubblico intavolate via twitter sul genere «#IfPalestineWereaState, #WhenASaudiWomanDrives, completate la frase». Ma a seguire le puntate dello show si ha la sensazione che gli autori abbiano voluto esagerare. Tutte le interviste sono fatte via Skype, i video sono ripresi dalle telecamere in studio mentre Ashong li visualizza sul suo schermo… nulla di male, se non fosse che a volte la connessione Skype dell’interlocutore andasse in freeze o i video ci mettessero diversi secondi a caricare. Risultato: in video tutto questo risulta molto, molto fastidioso. Va bene essere web-centered, ma era davvero così difficile estrapolare un filmato?

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