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Dopo aver visto Cats, Andrew Lloyd Webber si è comprato un cane per fare pet therapy
C’è Andrew Lloyd Webber sulla nuova cover di Variety, che ha dedicato al compositore britannico una lunga e bellissima intervista per celebrare la grande riapertura dei teatri di Broadway. Lloyd Webber ha ripercorso la sua carriera da quando, con il musical Il Fantasma dell’opera del 1988 (trasformato poi in film musicale nel 2004 da Joel Schumacher), il suo nome è diventato un appuntamento fisso a Broadway, grazie a quella miscela di impetuoso romanticismo e spettacolo che ha permesso a Webber di rimanere una presenza costante del Majestic Theatre, dove fino ad ora sono state messe in scena oltre 13.300 rappresentazioni della storia tra Christine e il Fantasma. Ha poi espresso alcune riflessioni post Covid-19, dal momento della chiusura dei teatri a oggi, con l’opulento Majestic che mostra di nuovo segni di vita. Si è anche soffermato sul terribile adattamento di Cats, il famosissimo musical del 1981, diretto da Tom Hooper e uscito al cinema nel 2019, «mi ha scioccato così tanto che mi sono davvero dovuto comprare un cane per fare pet therapy», ha detto a Variety.
Cats, arrivato nelle sale nel 2019, che aveva tra le sue star anche Taylor Swift, Jennifer Hudson, Ian McKellen e Judi Dench, è stato accolto in modo molto negativo dalla critica e dagli spettatori. Andrew Lloyd Webber ha svelato che inizialmente i diritti cinematografici della sua opera erano stati venduti ad Amblin con l’intenzione di realizzare un film animato diretto da Steven Spielberg. Il progetto è stato però abbandonato e si è deciso di prendere una direzione totalmente diversa affidando la regia a Tom Hooper, in precedenza già dietro la macchina da presa per l’adattamento di Les Misérables. «Cats era completamente sbagliato, non c’era realmente alcuna comprensione della musica. Non si capiva niente», ha continuato.
Un cane, per riprendersi, se lo è comprato davvero. «Per la prima volta nei miei oltre 70 anni su questo pianeta sono uscito e sono andato a comprare un cane. Quindi alla fine Hooper una cosa positiva l’ha fatta, visto che ora ho un piccolo e adorabile cucciolo di razza Havanese». Il regista ha spiegato che da allora non riesce a separarsene, tanto che dall’Inghilterra, Paese in cui vive, ha già chiesto di poterlo portare con sé negli Stati Uniti in aereo: «Ho ripreso a spostarmi e devo andare a Broadway con frequenza, ho scritto che avevo bisogno di averlo sempre con me perché sono emotivamente danneggiato e devo coccolare questo cane come terapia. La compagnia aerea mi ha risposto chiedendomi “Può dimostrare che ne ha bisogno?'”. E ho replicato sì, semplicemente guardate cosa Hollywood ha fatto al mio musical Cats, così poi servirà anche a voi».

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