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In Canada migliaia di persone stanno protestando contro l'”ideologia gender”
Mercoledì 20 settembre migliaia di persone si sono riunite in tantissime città canadesi, soprattutto a Toronto, Vancouver e Ottawa, per protestare contro i contenuti dei programmi di educazione sessuale proposti nella scuola primaria. Questa serie di manifestazioni, intitolata “1 Million March 4 Children”, raccoglie «fratelli e sorelle dell’umanità che vogliono liberare i bambini dall’opprimente sistema di indottrinamento, concepito per sessualizzarli», si legge sul sito delle proteste. Uno dei raduni che ha registrato più presenze è avvenuto a Ottawa, come testimoniano video che stanno circolando su Twitter, ma in realtà Ctv News ha spiegato che contemporaneamente si stavano verificando anche controproteste. Tra chi ha condiviso il video compare anche Elon Musk, che ha aggiunto un eloquente “Wow”.
— Elon Musk (@elonmusk) September 21, 2023
Al centro delle proteste c’è l’inserimento di Sogi 123 (Sexual Orientation and Gender Identities) tra gli argomenti di cui gli insegnanti sono invitati a parlare durante le ore di educazione sessuale. Sul sito di Sogi si legge che l’obiettivo del programma è rendere la scuola che lo adotta inclusiva e sicura per persone di qualunque orientamento sessuale e identità di genere, sottolineando l’alta percentuale di studenti appartenenti alla Lgbtq+ che oggi teme di subire discriminazioni a scuola. I manifestanti di “1 Million March 4 Children” sostengono invece che non spetti alle scuole introdurre i bambini a temi come l’identità di genere, soprattutto nella scuola primaria. Secondo questi ultimi, parlare in maniera esplicita e dettagliata di questi temi porterebbe ad una sessualizzazione prematura dei bambini e a un’indottrinamento potenzialmente dannoso.
Durante la protesta sono apparsi anche dei cartelli in cui membri della comunità Lgbtq+ sono stati etichettati come adescatori e pedofili, riporta Ctv News. Tra le domande poste più di frequente sul sito delle proteste compare anche “è contro la comunità Lgbtq+?”, la risposta è “assolutamente no”, aggiungendo che l’importante è condividere la stessa ideologia. Ancora più concisa è la risposta riservata a chi accusa gli organizzatori di “1 Million March 4 Children” di non ammettere l’esistenza delle persone transgender: “Nope.”.