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I 10 migliori camei degli scrittori nei film e nelle serie tv

27 Gennaio 2021

Di solito succede un po’ inaspettatamente. Stiamo guardando un film o una serie tv, pensiamo di aver riconosciuto un volto, chissà chi è, dove l’abbiamo già visto, e poi dopo qualche minuto ci rendiamo conto essere quello scrittore famoso di cui abbiamo letto tantissimi libri. Oppure non lo scopriamo perché non sappiamo che faccia abbia e ce ne rendiamo conto solo andando su Wikipedia a curiosare tra gli interpreti. Literary Hub ha elencato i 10 migliori camei degli autori nella storia del cinema e della televisione, aggiungendo: «Di alcuni non lo immaginereste mai, ne siamo certi». Probabilmente è il caso di Jay McInerney, autore di Le mille luci di New York, Si spengono le luci. Compare in Gossip Girl, in cui interpreta una versione romanzata di sé stesso, Jeremiah Harris, uno scrittore che fa da mentore a Dan Humphrey solo in un episodio.

Norman Mailer, autore di tantissimi libri dal Canto del boia a Il nudo e il morto, appare in Una mamma per amica, di cui aveva detto «Mi piace la storia, penso sia molto carina. Mi piacciono i bisticci tra Luke e Lorelai», mentre Gore Vidal recita in Gattaca. Il poeta, umorista e scrittore newyorkese Calvin Trillin ha avuto un piccolo ruolo in Insonnia d’amore, un’affascinante commedia romantica degli anni ’90 con Meg Ryan (come tutte le affascinanti commedie romantiche degli anni ’90), mentre Carrie Fisher, nonostante sia  apparsa in molti film, resta memorabile nel cameo nella terza stagione di Sex and the City, in cui interpreta sé stessa in un dialogo da commedia dell’assurdo, «Io sono Carrie, tu sei Carrie. Io scrivo, tu scrivi». Thomas Pynchon, in linea con il suo personaggio misantropo e solitario, ha interpretato sé stesso nei Simpsons due volte, entrambe le volte con un sacchetto di carta sopra la testa.

Jay McInerney in Gossip Girl

Norman Mailer in Una mamma per amica

Gore Vidal in Gattaca

Calvin Trillin in Insonnia d’amore

Carrie Fisher in Sex and the City

Tra i camei più belli, anche quello di Salman Rushdie (I figli della mezzanotte) in veste di ospite a una delle kermesse editoriali «più realistiche che abbia mai visto sullo schermo», come scrive Jessie Gaynor su LH. Quella in Il diario di Bridget Jones, in cui lei si avvicina a un gruppo di persone a caso e fa finta di ridere di qualcosa che ha capito solo vagamente. Poi Kurt Vonnegut di Mattatoio n.5, in A scuola con papà di Rodney Dangerfield, in cui dice solo: «Ciao, sono Kurt Vonnegut», Maya Angelou in Poetic Justice, per cui ha scritto anche la poesia che viene letta nel film e Deborah Eisenberg nella serie Search Party, in cui è solo un volto tra gli altri e non c’è alcun accenno alla sua carriera.

Thomas Pynchon nei Simpsons

Salman Rushdie nel Diario di Bridget Jones

Kurt Vonnegut in A scuola con papà

Maya Angelou in Poetic Justice

Deborah Eisenberg in Search Party

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