Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Il 10 aprile verrà mostrata la prima foto di sempre di un buco nero
Com’è fatto un buco nero? Se l’immagine più vicina che alberga nella vostra mente di queste misteriose formazioni stellari è quella di Matthew McConaughey che ci cade dentro in Interstellar, alcuni astronomi sono pronti a cambiare per sempre il modo in cui li pensate. Come segnala il New York Times, l’appuntamento è per mercoledì 10 aprile alle 9 di mattina, le tre di pomeriggio in Italia, quando l’Event Horizon Telescope (EHT), un progetto internazionale di studio che ha l’obiettivo di studiare l’ambiente circostante Sagittarius A* (il buco nero supermassiccio situato al centro della Via Lattea), presenterà al mondo le prime immagini di quelli che potrebbero essere due buchi neri.
«Uno degli oggetti si trova al centro della galassia della Via Lattea, sepolto nelle profondità della polvere interstellare e del gas, ed equivalente in massa a 4,1 milioni di soli che altrimenti sono scomparsi dall’universo visibile» spiega Dennis Overbye sul Nyt, che sottolinea come ci sia molta riservatezza rispetto all’evento di domani. Nell’aprile del 2017 la rete di astronomi, che si è gradualmente allargata nell’ultimo decennio, contava otto telescopi sincronizzati da orologi atomici che per dieci giorni consecutivi hanno scrutato, alternandosi, il centro della Via Lattea e della galassia M87. Nei successivi due anni, gli scienziati si sono quindi concentrati sull’analisi e l’elaborazione della enorme quantità di dati raccolti. Troppo voluminosi per essere trasmessi su internet, i dati sono stati immagazzinati su hard disk conservati all’Haystack Observatory del Mit a Westford, nel Massachusetts, e all’Istituto Max Planck a Bonn, in Germania. Nel 2018, i ricercatori si sono divisi in quattro gruppi che hanno lavorato indipendentemente l’uno dall’altro per non influenzarsi a vicenda, mentre altri telescopi si sono aggiunti all’operazione.
Nell’aprile del 2018, infatti, un telescopio situato in Groenlandia ha catturato il doppio delle immagini del 2017: le rivelazioni su questi dati non saranno presentate il 10 aprile, ma dimostrano la volontà di continuare e allargare la ricerca. I ricercatori di Event Orizon Telescope si sono dimostrati poi molto restii a rilasciare commenti prima dell’evento di domani, ma hanno fatto intendere che sarà un momento di grande celebrazione, condiviso in streaming in sei Paesi nel mondo. Per la prima volta, infatti, potremmo vedere qualcosa che si è sempre immaginato e ricostruito con calcoli matematici.
Aggiornamento al 10 aprile 2019: ecco la prima foto del buco nero presentata dai ricercatori dell’EHT

Foto EHT