Cose che succedono | Liste
Vulture ha fatto una lista di libri per la Brat Summer ispirati alle canzoni di Charli XCX
Di liste di libri per la Brat Summer ne abbiamo viste girare sui social parecchie, tra cui alcune che non hanno nulla a che fare con la Brat Summer, se non il verde Brat usato come sfondo per l’immagine che le accompagna. Quella di Vulture ci ha colpito perché è particolarmente accurata e consiglia un libro in base a ognuna delle canzoni dell’album. Si comincia con Julia Fox, che viene letteralmente citata nel brano di apertura “360”, in una frase che è diventata un tormentone «I’m everywhere I’m so Julia» e quindi col suo memoir, Down the Drain (per ora disponibile solo in inglese). Il libro accostato a “Club Classic” è il classico dei classici della letteratura, ovvero Jane Eyre di Charlotte Brontë: «Come narratrice, Jane è allo stesso tempo sia lucida che illusa, il perfetto POV Brat», scrive Bethy Squires, che ha curato la lista. Si procede con “Sympathy is a knife”, un brano che funziona come “l’ombra” dei precedenti, e parla di insicurezza e invidia, a cui viene accostato il romanzo di Jean Rhys, Il grande mare dei sargassi (Adelphi) che racconta la storia un personaggio minore di Jane Eyre, la misteriosa donna reclusa in solaio.
“I might say something stupid” e Noi siamo infinito. Ragazzo da parete di Stephen Chbosky (Sperling & Kupfer) hanno in comune non solo il verde Brat, ma anche la capacità di descrivere la sensazione di sentirsi fuori post a una festa (o a scuola, al lavoro, ecc). “Talk Talk” e N.P. di Banana Yoshimoto (Feltrinelli), un libro che parla di traduzione, descrivono quanto sia difficile riuscire a parlarsi veramente. “Von Dutch” e Verso Betlemme di Joan Didion (Il Saggiatore) sono entrambi un’ode alla California, mentre “Everything is romantic” e Edgewise: a Picture of Cookie Mueller di Chloe Griffin (anche questo per ora disponibile solo in inglese) parlano entrambi di innamorarsi in Italia (a Capri, per l’esattezza).
“Rewind” viene accostata a I sublimi segreti delle Ya-Ya Sisters di Rebecca Wells per come esprime la nostalgia per un periodo della vita spensierato e ancora libero dal “male gaze”. “So I”, il brano più toccante dell’album, scritto per ricordare l’amica Sophie, si collega al memoir sul lutto di Sloane Crosley, Grief Is for People, anche questo non ancora tradotto in italiano. Disponibile solo in inglese anche la raccolta di saggi Adult Drama di Natalie Beach (meglio conosciuta, suo malgrado, come “la ghostwriter di Caroline Calloway”, per via di quel famoso pezzo virale di The Cut) che ovviamente si collega a “Girl, so confusing”, per il modo in cui parla di rivalità tra amiche. Con “Apple”, che parla di trauma generazionale, le cose si fanno complicate: troppi libri a disposizione. Squires ne elenca alcuni tra cui Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong (La nave di Teseo) e L’omonimo di Jhumpa Lahiri (Guanda).
Sia “B2b” che Sex & Rage di Eve Babitz (Bompiani) parlano di ex che continuano a ricomparire come «a turd that won’t flush» (meglio non tradurre), mentre “Mean girls” sembra parlare della vita della protagonista di Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh (Feltrinelli) quando ancora non aveva deciso di auto-confinarsi nel suo appartamento. Essendo “I think about all the time” una canzone sul desiderio di maternità (o sulla sua assenza), non poteva che essere accostata a Maternità di Sheila Heti (Sellerio). Senza girarci troppo in tondo Squires definisce “365” una canzone sul «pippare coca nel bagno di un locale»: e allora andrà a braccetto con The Last Party: Studio 54, Disco, and the Culture of the Night di Anthony Haden-Guest. La lista è fatta così bene che comprende anche le tre canzoni della versione deluxe dell’album, le trovate qui.