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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Due politici brasiliani, stufi di discutere, si sono affrontati in un match di MMA

15 Dicembre 2021

Spesso si sente parlare del progressivo “imbarbarimento” del dibattito pubblico, del deterioramento del discorso politico in violenze verbali tra tribù nemiche. Certe volte questo discorso sembra esageratamente catastrofista, perché sono tantissimi nel mondo gli esempi di politici posati, di discussioni garbate. Altre volte, invece, succede quello che è successo in Brasile tra Simão Peixoto, sindaco di Borba (una città a circa 140 km di distanza da Manaus), e il consigliere comunale Erineu da Silva.

L’antefatto, come ricostruito dal Guardian: da Silva, noto con il soprannome “Mirico”, si era arrabbiato moltissimo alla notizia che il sindaco Peixoto non aveva tenuto fede alla promessa di proteggere un parco nelle vicinanze del fiume Madeira. I toni si erano alzati subito: Mirico aveva chiesto immediatamente un “chiarimento” con il sindaco, da lui definito un mascalzone e un corrotto. Con “chiarimento” Mirico però non intendeva un dibattito: intendeva un incontro, una scazzottata vera e propria. Sfida che Peixoto non ha esitato nemmeno un attimo ad accettare: in un video pubblicato sui social il sindaco si diceva prontissimo alla lotta. «Fatti avanti», questo l’invito di Peixoto a Mirico. I due sfidanti si sono dati una calmata solo dopo aver notato le reazioni sconcertate di alcuni elettori. Peixoto, in particolare, ha dovuto “rassicurare” la sua base elettorale dicendo che avrebbe partecipato ma solo in presenza di regole chiare: «Non sono un rissaiolo», ha scritto sulla sua pagina Facebook a novembre. Però «sono sempre stato un vincente», ci ha tenuto a precisare nello stesso messaggio.

L’incontro si è tenuto domenica scorsa, dentro la palestra di una scuola locale riempita da centinaia di spettatori paganti. Peixoto, il sindaco, è parso da subito molto molto “carico”: si è presentato sul ring con un asciugamano nero con sopra scritto “Jesus”, e per due volte ha rivolto all’avversario il segno del tagliagole. Tutto trasmesso in diretta streaming, su Facebook, dallo staff di Peixoto. Per quanto riguarda l’andamento e il risultato dell’incontro: il sindaco è partito bene ma si è stancato presto, Mirico ci ha messo un po’ a entrare nel match ma, una volta scaldatosi, ha assestato una serie di colpi (calci, in particolare) che hanno messo in evidente difficoltà l’avversario. Per questo il risultato ha sorpreso e deluso molti: Peixoto alla fine ha vinto ai punti. Il pubblico, all’annuncio del risultato, ha fatto sentire forte il suo dissenso.

Per quanto grottesco possa sembrare questo episodio, in Brasile è diventato l’occasione per riprendere il dibattito sulla violenza politica. È di domenica la notizia che alcune guardie del corpo e diversi sostenitori del presidente Bolsonaro (considerato da una parte del Paese il principale responsabile della trasformazione violenta del dibattito pubblico in Brasile) sarebbero sotto inchiesta per aver aggredito dei giornalisti. Andréia Sadi, cronista politica di GloboNews, ha scritto su Twitter che «stiamo assistendo alle conseguenze del clima di ostilità nei confronti della stampa, una clima del quale Bolsonaro è responsabile».

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