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Perché Bella Hadid sta pensando di fare causa ad adidas

22 Luglio 2024

Se l’obiettivo era dare alla Gen Z un altro paio di scarpe che non fossero le Samba, possiamo dire che è fallito miseramente. Come scrivevamo in StudioBullettin, la nostra newsletter del sabato con i temi e le polemiche della settimana (ci si iscrive qui), adidas ha dovuto cancellare con effetto immediato tutti i contenuti di una campagna pubblicitaria con Bella Hadid come protagonista. Hadid era uno dei volti scelti per il rilancio di un paio di sneaker ispirate a un modello storico, le SL 72 OG, lanciate per la prima volta alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Come chiunque ricorda, durante quelle Olimpiadi ci fu un attentato di cui furono vittime quindici persone tra atleti e allenatori israeliani (e una guardia tedesca), perpetrato dal gruppo terroristico palestinese Settembre Nero. In molti hanno perciò trovato sbagliata la scelta di Hadid, che è di origine palestinese e che nell’ultimo anno è stata una delle poche figure di rilievo nella moda a condannare i bombardamenti israeliani su Gaza e la conseguente strage di civili. Hadid è stata accusata da diverse figure istituzionali (compreso l’ambasciatore israeliano a Berlino) di incitare all’antisemitismo, cosa che ovviamente la modella non ha mai fatto.

Ora, secondo quanto riportato da Tmz, Bella Hadid avrebbe intenzione di fare causa ad adidas, anche se non è ancora chiaro cosa preveda il contratto che la lega all’azienda. Fonti vicine a lei affermano che avrebbe assunto un avvocato per sottolineare la «mancanza di responsabilità» da parte di adidas nella gestione della campagna: sia nella fase creativa, quando avrebbe potuto prevedere come la campagna sarebbe stata ricevuta e interpretata, sia dopo le polemiche, quando invece di sottolineare e sostenere la posizione della modella, contro ogni forma di violenza, ha immediatamente ritirato la campagna. Secondo quanto riferito, Hadid ritiene che adidas avrebbe dovuto affrontare pubblicamente le polemiche e prendere le distanze dal massacro di Monaco, invece di limitarsi a cancellare tutto e pubblicare un messaggio di scuse.

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