Jackie Kennedy, Franca Sozzani e Laurie Simmons: tre film presentati a Venezia, tre diverse sfumature di eleganza, tre variazioni sul tema "donna adulta di potere".
EsceTutti vogliono qualcosa, il nuovo film di uno dei registi americani più eclettici, ma in fondo più fedeli a se stessi.
Parla Alex Gibney autore di Zero Days, documentario appena presentato a Berlino su una spy story tra virus, nerd e nucleare iraniano.
A Venezia 72 si è rinnovata la mania del cinema italiano per gli interni borghesi. Dalla libreria alla porta-finestra ecco quali sono i suoi topos.
Un'intervista ai creatori della serie ambientata nell'anno di Mani Pulite in onda su Sky Atlantic dal 24 marzo.
Amori e disamori di Nathaniel P. è stato uno degli esordi letterari più incensati degli ultimi anni negli Usa. Ora esce per Einaudi, e abbiamo intervistato l'autrice, Adelle Waldman. Su, certo, relazioni sentimentali, ma anche freelance, femminismo e "come si scrive un libro".
Un vademecum completo, pieno di consigli, tips e link: tutto sui podcast, da quelli musicali alle crime stories, dalla musica africana alle donne nel mondo del lavoro (e molto altro). Da leggere prima di immergersi nell'ascolto.
Il vincitore Roy Andersson, gli altri premiati, ma non solo: soprattutto la brutta figura dei biopic su Leopardi e Pasolini, che dimostrano la difficoltà che il cinema incontra quando vuole occuparsi di scrittori.
In concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ci sono 5 documentari e diverse chicche da non perdersi. E Birdman e The Humbling ci dicono che questa è la Biennale del cinema "meta".
Sul venticinquenne regista canadese, ospite fisso a Cannes e Venezia e amato-odiato un po' da tutti. Proviamo a spiegare la riflessione del suo Mommy, che ha vinto sulla croisette, e il suo modo di fare cinema.
Una panoramica sui primi giorni di Cannes, tra una croisette meno chic di quanto si immagini, grandi vecchi del cinema, attori che fanno i registi e un inarrestabile Mads Mikkelsen.
Tra le molte (mezze) delusioni del Festival del Cinema di Berlino si salva e spicca Boyhood, il film girato nell'arco di 12 anni da Richard Linklater, e che ricorda l'esempio di Rohmer.
Uno sguardo ampio sul Festival in corso nella capitale tedesca. Una kermesse democratica che permette a tutti (o quasi) di godere delle proiezioni. E spazia dai grandi nomi come Anderson e Von Trier a documentari e registi minori.
Da Carrère a Clara Usón, passando per Wolfe e Capote. Un saggio sul come e sul perché, di recente, le biografie sono diventate la nuova letteratura di qualità.
Oh Boy e Frances Ha: due film, accomunati dalla scelta del bianco e nero, che raccontano i venti-trentenni contemporanei senza cercare facili scorciatoie nell'ironia.
Un uomo che ha fatto della performace di se stesso una seconda identità: come James Franco è riuscito a "mettere i piedi" ovunque, dall'arte alla letteratura.