Candidato a tre premi Oscar, il film di Walter Salles è una storia di sopravvivenza al fascismo al quale manca però un pezzo: la resistenza.
Il suo nuovo film è la prosecuzione di un racconto che va avanti da tutta la sua carriera: Schrader parla di colpa, di afflizione, di redenzione e, soprattutto, di uomini soli.
Abbiamo parlato con lei del suo documentario sull'Ucraina, e poi di Palestina, Israele, immigrazione e Mediterraneo. E, soprattutto, del fatto che l'unico racconto di guerra che conti sia quello di chi resta.
Troppo impegnati a decidere se si è trattato di semplici risse o di nuovo pogrom, ci siamo persi la verità. Questo aumenta una sorta di "scontro di civiltà", una guerra dalla quale usciremo tutti sconfitti.