Tutti vogliono sapere come sia stato possibile riuscire a non interrompere mai le riprese di ogni episodio.
Visto che negli Usa bruciano i libri, Atwood ha fatto un’edizione ignifuga di Il racconto dell’ancella
Dopo mesi di dibattiti sui libri ritenuti inadatti alle biblioteche scolastiche dalla destra americana, l’autrice canadese Margaret Atwood ha annunciato insieme a Penguin Random House il progetto artistico-letterario “The Uburnable Book”, un’edizione ignifuga del suo romanzo più famoso, Il racconto dell’ancella. La casa editrice ha annunciato l’evento con un suggestivo video accompagnato da una colonna sonora epica in perfetto stile The Handmaid’s Tale (la serie). Il filmato si apre con una breve spiegazione del progetto: «Negli Stati Uniti e in tutto il mondo, i libri vengono contestati, banditi e persino bruciati. Quindi abbiamo creato un’edizione speciale di un libro che è stato contestato e bandito per decenni». E si conclude con Atwood, 82 anni, che imbraccia un lanciafiamme tentando invano di incenerire il volume che invece resta intonso. Subito dopo si legge: «Because powerful words can never be extinguished». Il prezioso e indistruttibile volume è stato messo all’asta da Sotheby’s il 25 maggio. Mentre scriviamo, il suo valore ha raggiunto i 45mila dollari, ma non ci sono dubbi che salirà ancora: l’asta si chiuderà il 7 giugno. Tutto il ricavato andrà a sostenere Pen America nel suo lavoro a sostegno della libera espressione.
Stampata e rilegata con materiali ignifughi, l’edizione speciale di Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood è stata realizzata per essere completamente incombustibile e funzionare quindi come un potente simbolo contro la censura. Secondo l’American Library Association, The Handmaid’s Tale è tra i libri che sono più spesso stati contestati o addirittura banditi nelle scuole statunitensi. Come ha ricordato il Guardian, già nel 2006, in una lettera aperta a un distretto scolastico che tentava di vietare il libro, Atwood aveva scritto: «In primo luogo, l’osservazione: “Offensivo per i cristiani” mi stupisce. Da nessuna parte nel libro il regime è identificato come cristiano. Per quanto riguarda il sesso, The Handmaid’s Tale è molto meno interessato all’argomento di gran parte della Bibbia».
Dopo l’adattamento televisivo con Elisabeth Moss, i costumi da ancella rossi e bianchi sono diventati un simbolo nelle proteste per i diritti riproduttivi delle donne. Non sorprende, quindi, che il progetto di Atwood arrivi nel momento in cui la libertà delle americane è stata messa in pericolo dalla possibilità che la Corte Suprema ribalti la storica sentenza Roe v. Wade, che dal 1973 garantisce l’aborto a livello federale. Se questa decisione (fatta trapelare da Politico a inizio maggio) dovesse essere definitiva, alcuni Stati (i più conservatori) avrebbero il potere di vietare completamente l’aborto. Sembra un incubo distopico in stile The Handmaid’s Tale, invece è tutto vero. Nella raccolta di saggi scritti da Atwood tra il 2004 e il 2021 uscita a marzo sempre per Penguin, che non a caso si intitola Burning Questions, (in Italia Questioni scottanti, pubblicato da Ponte alle Grazie) si legge: «Le donne che non possono decidere da sole se avere o meno bambini vengono ridotte in schiavitù perché lo Stato rivendica la proprietà dei loro corpi e il diritto di decidere l’uso a cui questi corpi devono essere destinati».