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Il governo serbo è accusato di aver usato un “cannone sonoro”, un’arma illegale, contro i manifestanti di Belgrado. E adesso i manifestanti chiedono un'indagine indipendente per scoprire cosa è successo davvero.
I Fontaines D.C. hanno fatto una bellissima cover di “Heart-Shaped Box” dei Nirvana. Cucendola assieme a "Can You Feel My Heart" dei Bring Me The Horizon.
Prima di morire, David Lynch aveva iniziato a lavorare a una nuova serie tv. Lo ha confermato in un'intervista l'attrice Naomi Watts, che avrebbe dovuto essere la protagonista assieme a Laura Dern.
Il marchio cinese BYD dice di aver inventato un’auto elettrica che si ricarica in 5 minuti. E sarebbe un altro bel problema per Tesla, che continua a perdere valore.
È uscito il primo trailer di Together, uno dei film più attesi dell’anno. Presentato all'ultimo Sundance, ha raccolto recensioni tutte entusiastiche.
Se volete leggere tutto il Manifesto di Ventotene, è scaricabile dal sito del Senato. Così capirete se questa Europa è la vostra oppure no, come ha detto Giorgia Meloni alla Camera.
Il governo francese invierà un manuale di sopravvivenza alla guerra in tutte le case del Paese. L'obiettivo è fare in modo che tutti sappiano affrontare «minacce imminenti», hanno riferito fonti vicine al Primo ministro Bayrou.
Quella volta che Nadia Cassini rischiò di andare in carcere per aver mostrato il perizoma in tv. L'attrice, protagonista della commedia sexy all'italiana, è morta oggi a 76 anni.

Per la prima volta si può vedere la versione originale del dipinto censurato di Artemisia Gentileschi

24 Ottobre 2023

Come ha raccontato ArtNews, finalmente potremo vedere la versione originale del dipinto “Allegoria dell’Inclinazione” di Artemisia Gentileschi dopo che fu censurato per la sua nudità più di 300 anni fa. La pittrice di scuola caravaggesca venne incaricata da Michelangelo Buonarroti il ​​Giovane, nipote del maestro rinascimentale, nel 1618 di contribuire con un’opera a Casa Buonarroti. Il ritratto del nudo femminile con in mano un compasso fu installato sul soffitto del palazzo di Firenze, prima commissione di Gentileschi in città. Nel 1684, però, il pronipote di Michelangelo, Leonardo da Buonarroto, decise che l’opera era troppo nuda, quindi scandalosa, e commissionò a Baldassarre Franceschini detto il Volterrano di aggiungere drappeggi trasparenti e veli blu all’opera «per preservare la modestia delle donne abitanti della casa».

Ora, dopo più di 300 anni, la composizione originale è stata rivelata grazie al progetto Artemisia UpClose, durato un anno, che ha utilizzato la tecnologia di imaging digitale e altri strumenti scientifici per studiare il dipinto e restaurarlo. «La possibilità di “svelare” questa figura virtualmente, rivelando l’immagine originariamente dipinta da Artemisia, ha trasformato un restauro “ordinario” in una ricerca per scoprire la donna dietro i veli», ha detto in una nota il co-fondatore di Calliope Arts Wayne McArdle. La fondazione no-profit con sede a Londra e Firenze ha co-sponsorizzato il progetto Artemisia UpClose in collaborazione con il collezionista d’arte e filantropo inglese Christian Levett.

I motivi per cui è stato deciso di eliminare lo strato virtualmente e non fisicamente sono due: «In primo luogo, la rimozione degli spessi strati di pittura ad olio applicati dal Volterrano meno di cinquant’anni dopo l’originale potrebbe mettere a rischio i delicati smalti di Artemisia appena sotto la sovraverniciatura», ha spiegato in una nota la capo conservatrice Elizabeth Wicks. «In secondo luogo, i veli furono applicati da un importante artista del tardo barocco e ora fanno parte della storia del dipinto». Gli scienziati del restauro hanno rivisto il dipinto a livello nanometrico, utilizzando un riflettografo per osservare i pentimenti di Gentileschi, ovvero i punti in cui l’artista ha cambiato idea, e una radiografia per scrutare attraverso il pigmento che ricopre le cosce della figura. L’analisi chimica ha mostrato anche come Gentileschi usasse con parsimonia il pigmento di lapislazzuli.

Il lavoro di restauro ha rivelato l’ombelico della figura, che prima non era visibile, così come un’impronta digitale sul polpaccio della figura. «L’impronta digitale è stata fatta quando la vernice originale era bagnata, ed è molto probabile che sia della stessa Artemisia», ha detto Wicks, che è stata la prima a scoprirla. L’opera è la protagonista della mostra a Firenze, “Artemisia nel Museo di Michelangelo“, fino all’8 gennaio a Casa Buonarroti. Il progetto è anche oggetto di un nuovo libro in lingua inglese pubblicato da Florentine Press, una serie di pubblicazioni in italiano dal titolo “Buonarrotiana” (2023) e un ciclo di conferenze. Un’occasione preziosa per approfondire l’opera e la vita di una grandissima artista di cui, perlomeno nei libri di storia dell’arte, si è sempre parlato troppo poco.

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